Soldi spariti alla Timavo, il verdetto dei 370 soci e la caccia alle deleghe
È il giorno della verità, per i soci della Canottieri Timavo, la più antica delle associazioni attive a Monfalcone, Stella d’onore al merito del Coni, fondata 99 anni fa e pronta a tagliare, nel 2020, le sue prime cento primavere. Con le loro orecchie potranno udire al Kinemax di via Grado, nella sala scelta per l’incontro, il resoconto dettagliato dei più o meno recenti accadimenti che hanno portato all’odierna assemblea straordinaria, il cui ordine del giorno è costituito dalle dimissioni del consiglio direttivo.
La Procura di Gorizia, come confermato nei giorni scorsi dal dottor Massimo Lia, è al lavoro sul caso dell’ingente sottrazione di fondi dalle casse sociali: circa 290 mila euro nell’arco di almeno 4 anni, stando alla denuncia di più pagine depositata alla Guardia di finanza lo scorso 4 febbraio dall’attuale presidente del sodalizio. Ma lo stesso giorno pure un secondo esposto, in quel caso mosso dai probiviri, si è aggiunto, contenente la richiesta ai militari di vagliare i comportamenti di eventuali responsabili dell’ammanco sotto il profilo penale e di perseguire nei termini di legge i possibili reati, se ravvisati.
Con ogni probabilità il consiglio direttivo, che oggi si presenterà dimissionario, proporrà all’assemblea di indire nuove elezioni e di ricorrere al collegio dei probiviri, composto tutto da pensionati, persone anche da anni impegnate nel sodalizio, per gestire le operazioni nel periodo di intermezzo. Ma dettagli su date e sul da farsi sarà votato oggi direttamente dai soci.
Ufficialmente l’assemblea straordinaria prenderà avvio alle 10, ma le registrazioni per il voto cominceranno ben prima. Ogni tesserato, come da statuto, potrà presentare al massimo tre deleghe. Dei 478 iscritti sulla carta all’incirca 370 i votanti (gli altri sono atleti minorenni). All’ultima assemblea, quella del 20 gennaio per il bilancio, tra votanti e deleghe, si erano contate 208 presenze. —
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