Soldi in arrivo, azioni Hera salve
Due milioni e 870.981 euro sbloccati. Una cifra che si tradurrà nell’avvio o nel completamento di opere pubbliche programmate. E che nel contempo cancella l’opzione che il sindaco Roberto Cosolini aveva definito come «extrema ratio» in caso di necessità di bilancio: la possibile vendita di una quota minima di azioni Hera, attingendo fra quelle che stanno ovviamente fuori dal Patto di sindacato sottoscritto al momento della fusione Hera-AcegasAps (e che prevede anche per il Comune di Trieste un patrimonio azionario intoccabile). L’operazione di “ipoteca” delle azioni aveva peraltro creato non poche tensioni nei mesi e nelle settimane scorsi all’interno della maggioranza di centrosinistra che sostiene il sindaco Roberto Cosolini: protagonisti delle contestazioni fra alleati gli ormai “consueti” pungoli della Federazione della sinistra e - in maniera più soft alla fine - di Sinistra ecologia libertà. Il presidente del Consiglio comunale ed esponente Fds, Iztok Furlani› - al centro, come noto, di roventi polemiche politiche per le sue dichiarazioni sul 12 giugno 1945 - aveva di recente affermato addirittura di non escludere il clamoroso passaggio all’opposizione in caso di vendita effettiva.
Ne consegue che Sel e Fds apprenderanno con presumibile soddisfazione che «a questo punto non serve vendere azioni Hera - ufficializza l’assessore comunale a Bilancio, Risorse economiche e finanziarie Matteo Montesano -. La Regione ha sbloccato questi 2,8 milioni abbondanti, di cui il nostro Comune aveva bisogno. Abbiamo fatto di tutto e calcolato bene le cose per riuscire, nel caso di nuovi spazi finanziari disponibili, a non dover cedere azioni: ce l’eravamo ripromessi. E per il 2014 l’abbiamo scampata». C’è inoltre un altro riflesso positivo «molto importante - prosegue Montesano -. Avremo infatti quel milione di dividendo sul 2015 che avevamo cautelativamente e prudenzialmente calcolato in meno (ipotizzando appunto la vendita di un tot di azioni, ndr)».
L’ulteriore spazio finanziario a favore del Comune era stato deliberato l’altro giorno dalla giunta regionale: su proposta dell’assessore alle Autonomie locali Paolo Panontin, l’esecutivo Serracchiani ha infatti dato l’ok all’assegnazione straordinaria agli enti locali del Friuli Venezia Giulia di complessivi 6,233 milioni di euro. Un nuovo step dopo quello di metà ottobre pari a 8,887 milioni e che è frutto dell’intesa Stato-Regione dei giorni scorsi, con il superamento dell’accordo Tremonti-Tondo.
Appresa la notizia, il sindaco Roberto Cosolini ha espresso soddisfazione sia per l’importo sbloccato sia per l’accoglimento da parte della Regione della richiesta che lui stesso aveva formulato. «Una soddisfazione dettata - ha affermato Cosolini - soprattutto dalla considerazione che l’ultimo riparto non era riuscito a coprire nella totalità le esigenze del Comune di Trieste. I 2.870.981 euro costituiscono un’utile boccata di ossigeno in più in un anno in cui, comunque, con varie modalità, ma anche difficoltà, siamo riusciti a garantire l’avvio, e in alcuni casi la realizzazione, di diverse opere pubbliche per un valore complessivo di 33 milioni».
L’ultima cifra deliberata dalla giunta Serracchiani, aggiunge il primo cittadino di Trieste, «di fatto si trasformerà in pagamenti alle imprese, ossigeno particolarmente prezioso nell’attuale situazione per il tessuto economico. Infine, è giusto riconoscere come il negoziato tra la Regione e il Mise (il Ministero dello Sviluppo economico, ndr) - conclude Cosolini - abbia portato a questo buon risultato per le amministrazioni locali».
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