Soldi ai poveri, il Comune pubblica l’elenco dei nomi

Sul web la lista di chi ha ricevuto un aiuto: lo impone la legge sulla trasparenza Ma opposizione e maggioranza concordano: tutelare la dignità di chi chiede aiuto
Bumbaca Gorizia 12/10/2008 Giardini, panchina bruciata - Foto di Roberto Coco
Bumbaca Gorizia 12/10/2008 Giardini, panchina bruciata - Foto di Roberto Coco

di Laura Tonero

I nomi dei triestini indigenti, con difficoltà economiche o gravi disabilità fisiche e mentali, sono finiti in rete. Sul rinnovato sito del Comune, per garantire la trasparenza dell’attività amministrativa sono pubblicati i nominativi dei soggetti a cui nel 2010 l’assessorato alle Politiche sociali ha erogato un aiuto in denaro. Una lista dei “fragili”, insomma, di chi ammettendo le proprie difficoltà ha chiesto aiuto. Scorrendo il lungo elenco ci si imbatte prima nei nominativi di associazioni o cooperative che hanno beneficiato di un contributo; poi in nomi e cognomi di anziani bisognosi, papà e mamme disoccupati, ragazze madri, persone con importanti disabilità.

La pubblicazione è imposta da un decreto del Presidente della Repubblica del 7 aprile 2000. Le stesse modalità detta la legge 241 del 1990 modificata e integrata nel 2005. Ma ci sono Comuni che sul proprio sito non rendono visibile l’elenco o che – come ha fatto il Comune di Udine - nell’albo dei beneficiari relativo all’assessorato alle Politiche sociali hanno pubblicato sì il contributo dato ai singoli, ma riportando solo le iniziali del nome e del cognome del beneficiario.

«Sono indignato – dice Marino Sossi, capogruppo in Consiglio comunale di Sel – va trovata una soluzione che tuteli privacy e dignità di queste persone. Sennò rischiamo di condizionare l’accesso a certi servizi». Dello stesso parere Maria Grazia Cogliati, consigliere comunale Pd e presidente della commissione consiliare che si occupa di politiche sociali. «Credo vada trovata un’alternativa capace di conciliare il rispetto della legge con la dignità di chi chiede aiuto. Al disagio spesso si affinca la vergogna - osserva Cogliati - e pubblicare quei dati potrebbe influenzare la decisione di chi ha bisogno di chiedere un aiuto».

Sollecita un immediato intervento anche il consigliere Roberto Decarli (Trieste Cambia), mentre nella pubblicazione dei dati non trova nulla di sconveniente il parlamentare Pd di area cattolica Ettore Rosato. Laura Famulari, assessore alle Politiche sociali, declina ogni responsabilità ma conviene sulla necessità di studiare un’alternativa. «Mi rendo conto della delicatezza della situazione – ammette – ma quella lista è frutto dell’applicazione di una legge. Gli uffici mi hanno confermato che era sul sito web del Comune già da prima dell’insediamento di questa giunta – spiega – e che viene stilata automaticamente in base a ogni mandato di pagamento».

Il Comune ha appena modificato il proprio sito, forse dando maggior visibilità alla lista visto che precedentemente nessuno aveva notato quel lungo elenco di dati sensibili. «Quei dati sono pubblicati dagli uffici, – spiega Carlo Grilli, ex assessore alla Promozione e protezione sociale e oggi consigliere della Lista Dipiazza – ma non so se fossero già in rete durante il mio mandato. Credo che la soluzione adottata a Udine sia da valutare – suggerisce - altrimenti chi è in difficoltà e ha pudore a rendere pubblica la propria situazione potrebbe ricorre a soluzioni diverse, l’usura ad esempio».

Famulari, segnalando che le liste degli assegnatari degli alloggi Ater sono disponibili in rete, assicura il suo impegno: «Ho già sottoposto al segretario generale del Comune la possibilità di criptare i nomi – assicura - chiederò agli uffici di valutare se esista una soluzione che permetta al Comune, senza essere inadempiente, di tutelare questi dati sensibili. È doveroso».

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