Software in marilenghe nei computer di Palazzo

TRIESTE. Si chiama “Jude”, ma I Beatles non c’entrano nulla. “Jude”, la “J” iniziale da pronunciare come “i”, è un termine friulano dal verbo judâ (aiutare). Meglio che anche i dipendenti del pubblico impiego triestino inizino a farsi un minimo di cultura perché a breve si ritroveranno “Jude”, servizio di traduzione automatica italiano-marilenghe, nel loro computer. La novità interessa in primis l’area friulanofona del Friuli Venezia Giulia. Ma la direzione centrale Autonomie locali invierà a tutti i lavoratori di Palazzo, pure negli uffici della giunta, in Consiglio regionale e in Comune di Trieste, così come ai colleghi di aziende sanitarie, ospedali e enti regionali, una mail che spiegherà come scaricare il servizio.
Un’operazione a prova di triestino: “Jude” analizza il testo italiano, individua la categoria grammaticale di tutte le parole secondo regole di disambiguazione complesse, fa scelte di lessico, trasferisce le informazioni dall'italiano al friulano e riformula i contenuti applicando regole di sintassi friulana. «Al 99% fa tutto da solo», assicura Cristiano Shaurli. L’1% andrà iscritto al capitolo topiche.
Il servizio è stato illustrato ieri dall’assessore all’Agricoltura (che ha condiviso il progetto con Paolo Panontin, Autonomie locali), dal presidente di Insiel Simone Puksic, dal presidente dell’Arlef Lorenzo Fabbro, presenti Francesco Feregotto della cooperativa Serling di Remanzacco e Toni Buian, primo promotore di “Jude”. L’obiettivo è concreto: dotare gli enti locali di un servizio di traduzione per il friulano. «Può capitare che un cittadino chieda una comunicazione in lingua madre - spiega Shaurli -, ma più in generale puntiamo a ricalibrare la sportellistica: ora che le tecnologie ci danno più di una mano, non sempre si rende necessaria la presenza della persona fisica. In prospettiva le economie non saranno banali». Il costo di “Jude”, che potrà essere utilizzata in maniera illimitata dai dipendenti pubblici, è di 30mila euro, decisamente meno del milione speso dalla Regione per il “Grant dizionari bilengal talian furlan”.
Una volta scaricato il software (che Insiel ha prima acquistato, poi implementato a sistema), i dipendenti si ritroveranno un link al sito dell’Arlef che indirizza appunto al “Bilengal” con 63.500 lemmi friulani e al correttore ortografico, altre 70mila parole, che analizza il testo segnalando errori e suggerendo possibili correzioni. Grazie a un “plug in” che aggiunge altre funzioni, il correttore agisce inoltre sulla pagina word del testo rendendone immeditata la verifica.
Costruire il software non è evidentemente semplice, ma Shaurli non esclude che si possa in futuro fare il bis pure con lo sloveno, «dato che specificità e peculiarità linguistiche del Friuli Venezia Giulia devono rientrare nella normalità e nella quotidianità».
Limitatamente al friulano per adesso, sottolinea l’assessore regionale, «c’è la convinzione che i nuovi strumenti informatici possano aiutare la lingua a non chiudersi, a non giocare sulla difensiva, ma anzi ad aprirsi al futuro, diventando strumento per i giovani e per le amministrazioni pubbliche». «Impegno apprezzabile e significativo», aggiunge Fabbro ringraziando la direzione Autonomie locali e Insiel. «Un’opportuna formazione, la garanzia della continuità di utilizzo e l'ormai prossima riforma dell'utilizzo degli sportelli linguistici - prosegue - potranno assicurare un servizio più efficace a operatori e cittadini».
Tra gli strumenti informatici per la traduzione online in lingua friulana c’è pure “Jude Meteo”, presentato dal direttore dell'Osmer Stefano Micheletti. Il servizio, presente sul sito delle previsioni del tempo, grazie all'intervento della Regione è ora nuovamente attivo dopo una sospensione di alcuni mesi. L'applicazione specifica traduce automaticamente le informazioni meteo grazie a una memoria di circa 9mila formule e frasi del linguaggio degli eredi di Edmondo Bernacca.
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