Soffocò la fidanzata dopo una violenta lite. Depositata la perizia

UDINE. Sul cuscino trovato nella Toyota Yaris di Francesco Mazzega ci sono le tracce del dna di Nadia Orlando. È quanto emerge dagli esami ultimati prima di Natale

UDINE. Sul cuscino trovato nella Toyota Yaris di Francesco Mazzega ci sono le tracce del dna di Nadia Orlando. È quanto emerge dagli esami ultimati prima di Natale dal laboratorio di biologia del Gabinetto interregionale Piemonte della polizia scientifica di Torino. Ieri è stata depositata in Procura a Udine la perizia scientifica sui materiali trovati all’interno dell’automobile del giovane di Muzzana Turgnano, che il 31 luglio scorso ha ucciso la fidanzata a Vidulis, soffocandola. Sui contenuti della perizia gli inquirenti non si sbilanciano. La relazione che contiene i risultati delle indagini è arrivata ieri sul tavolo del capo della Procura friulana, Antonio De Nicolo, che si è limitato a spiegare come il deposito della perizia segnI un passo ulteriore verso la conclusione delle indagini preliminari, ormai imminenti.



La Scientifica di Torino ha analizzato, oltre al cuscino, anche uno straccio, ritrovato nell’abitacolo della vettura con cui Mazzega si è presentato spontaneamente alla Polstrada di Palmanova il primo agosto, ore dopo aver ammazzato la fidanzata, con la quale aveva spiegato di aver avuto un acceso diverbio la sera prima.

Mazzega ha giustificato la presenza del cuscino in auto spiegando che lo stesso oggetto era utilizzato dalla madre per elevare la seduta alla guida. Una ricostruzione che è stata negata peraltro dalla mamma dello stesso trentaseienne di Muzzana.

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Saranno depositati verosimilmente nei prossimi giorni invece i risultati delle analisi sui telefonini sequestrati a Francesco e Nadia, anche nel corso della perquisizione che gli investigatori hanno effettuato il mese scorso nella casa di Muzzana dove Mazzega si trova ai domiciliari.

A far scattare il controllo erano state le dichiarazioni di un detenuto del carcere di Pordenone, al quale il giovane avrebbe chiesto informazioni sulle modalità di rimozione del braccialetto elettronico, dispositivo al quale è legata la permanenza ai domiciliari del reo confesso.

Il 6 febbraio intanto la Cassazione dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato dalla Procura contro il provvedimento di concessione dei domiciliari per il quale ha optato il Tribunale del Riesame.

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