Soddisfatto Metz, l’armatore triestino di Mare Jonio: «Abbiamo salvato vite umane»
TRIESTE «Ci sono 49 persone che non sono state riportate nei campi di concentramento della Libia e a cui siamo riusciti a salvare la vita». Sono parole di soddisfazione quelle espresse da Alessandro Metz, armatore e proprietario di “Mare Jonio” il rimorchiatore che ieri ha potuto sbarcare a Lampedusa i migranti salvati al largo della Libia.
«Al momento non ci è stato notificato nessun atto giuridico - ha aggiunto Metz - vedremo se qualche Procura si assoggetterà ai diktat del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che evidentemente era in una situazione impasse sapendo di non poter bloccare le persone a bordo una nave italiana. Ha quindi dato un “consiglio”, scrivendolo sui social e con dichiarazioni alle agenzie, che avrebbe permesso lo sbarco solo a fronte dell’apertura di un fascicolo. Noi siamo felici perché abbiamo salvato 49 persone».
Il rimorchiatore è stato ribattezzato da Salvini «la nave dei centri sociali», una battuta che fa sorridere lo stesso Metz: «Ognuno di noi ha delle storie e dei vissuti. Quella del ministro è fatta da situazioni che lo vedono oggi a sottrarsi ad alcuni processi e a non rispondere di risorse pubbliche scomparse dai bilanci. La nostra è invece la storia di chi è stato sempre attivo nei percorsi culturali del paese. Siamo nel Mediterraneo perché è la frontiera più pericolosa del mondo per il numero di morti. Noi stiamo salvando vite umane».
La scelta di approdare a Lampedusa era stata presa a bordo «le condizioni meteo marine - aggiunge l’armatore - stavano mutando al peggio e il porto più sicuro era proprio quello dell’isola. Riportare le persone in Libia significava invece commettere un atto illegale visto che è un luogo non considerato sicuro dagli organismi internazionale».
A bordo nella giornata di ieri erano rimaste 48 persone, uno era sbarcato per le gravi condizioni di salute. Era stato fatto un controllo anche da parte della Guardia di finanza che non aveva però riscontrato irregolarità. A colpire Metz è anche la risposta di una parte degli italiani che erano pronti a scendere in piazza oggi. «Vedo che rispetto a mesi fa c’è la voglia di manifestare finalmente un pensiero diverso da quell’onda nera che sembrava sommergerci. Molto spesso, con retorica, si parla dell’Italia come un popolo di naviganti, quella cultura, oggi diventata legge, ci dice che in mare ci si salva» conclude Metz. —
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