Sodani rubò soldi anche alla Cisl

Gestiva il tesseramento alla fine degli anni ’80. Licenziato, restituì la cifra e tutto fu messo a tacere
Lasorte Trieste - Busta esplosova CISL -
Lasorte Trieste - Busta esplosova CISL -

C’era un precedente. L’ex direttore del mercato ortofrutticolo Maurizio Sodani, arrestato per distrazione di fondi, che ha confessato di aver sottratto dalle casse del Comune 700 mila euro negli anni, era stato già colto con le mani sul denaro alla fine degli anni Ottanta. Fu costretto alle dimissioni, restituì il maltolto a rate, e il caso fu messo a tacere. Ma di fronte alle notizie di questi giorni la memoria si è messa a funzionare anche se non tutti sono disposti a raccontare quello che accadde.

Sodani, già dipendente comunale, era all’epoca segretario del nascente settore Funzione pubblica del sindacato Cisl. Gli era stato assegnato un compito di fiducia: gestire il tesseramento. E proprio al sindacato toccò scoprire l’infedeltà del segretario, che aveva trattenuto parte dei soldi versati dagli iscritti.

«Al tempo - ricorda perfettamente Gianfranco Patuanelli, allora segretario regionale della Cisl e oggi nel cda di Trieste trasporti - si stavano federando tutte le rappresentanze di categoria in un unico contenitore, la Funzione pubblica, e Sodani divenne il dirigente delegato a gestire tutta la partita economica legata al tesseramento. Ogni tessera costava circa 10-12 mila lire e gli iscritti erano fra i 3000 e i 3500, comprendendo dipendenti del Comune, della Regione, della Sanità, dello Stato. Finita l’operazione - prosegue Patuanelli - si fecero i controlli (allora, e per fortuna, qualcuno controllava...). Si scoprì l’ammanco, e il fatto che Sodani aveva trattenuto per sè parte di quei soldi in modo illecito».

Le cifre che qualcuno riporta, per sentito dire e dunque sempre con cautela, variano in modo eclatante: 400 milioni di lire? 20 milioni di lire? Patuanelli nega deciso non solo la prima cifra ma anche la seconda: «Molto, molto di meno - osserva -, ma non ricordo l’esatto ammontare».

Quel che accadde dopo si consumò tutto nel chiuso delle stanze della Cisl: «Gli chiedemmo di dare immediatamente le dimissioni, accettò di restituire mese per mese la cifra intera, e lo fece. Eravamo rimasti molto, molto meravigliati. Sodani era stimato, era conosciuto come persona perbene, per il suo incarico era stato votato, ed eletto. Chi poteva immaginare?».

In quei minuti che si possono intuire drammatici, imbarazzanti, sgradevoli, che cosa disse Sodani (che in questi giorni ha confessato al magistrato di essere vittima di gioco compulsivo per spiegare una sorta di malato istinto a procurarsi denaro)? «Disse - racconta Patuanelli - le cose più strane e inconsistenti, poco convincenti. In questi giorni ha dato motivazioni certo più credibili di quelle».

Ma il sindacato non denunciò. «No - dice l’ex segretario regionale -, non se ne videro i motivi. Si era dimesso. Aveva restituito. Non era un incarico pubblico. Stava svolgendo un’attività privata. Poi non abbiamo saputo più niente di lui. Quando ho letto nei giorni scorsi dell’arresto mi sono molto meravigliato. Ma forse meno di altri. Quanto al vizio del gioco, è vero che girava questa voce, però non fu con questa argomentazione che Sodani giustificò a noi la sua sottrazione di denaro». (g. z.)

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