Società dei concerti, bufera ai vertici

Silurato il giovane direttore artistico Giovanni Baldini che replica: «Sono stato troppo innovativo»
Di Pietro Spirito

TRIESTE. «Abbracciare la modernità mantenendo la tradizione d’eccellenza». Con questo motto, nell’agosto del 2012, si era presentato al pubblico Giovanni Baldini, classe 1984, il nuovo direttore artistico della Società dei Concerti, glorioso sodalizio musicale nato a Trieste nel 1932. Un’investitura, quella del giovane Baldini, che doveva segnare un vero e proprio cambio di marcia per una società che, per quanto blasonata, comincia a sentire il peso dei tagli finanziari alla cultura e della perdita strutturale di un centinaio di soci all’anno. Da subito Baldini, accolto a braccia aperte dal presidente della società Nello Gonzini, si era messo al lavoro con l’obiettivo - disse - «di avvicinare alla musica classica non solo gli appassionati», ma soprattutto i giovani. Nell’arco di meno di un biennio la paludata società ha in effetti cambiato marcia, riempiendo più di una volta il Rossetti - per esempio con il concerto di Bollani e il progetto “Nove” dedicato all sinfonie di Beethoven -, portando 158 nuovi soci e avviando una serie di sinergie virtuose in città con il Teatro Miela, con il Conservatorio Tartini, Wünderkammer, la Stazione Rogers, la Cappella Undreground e con i ragazzi dello Bloopeslab, oltre a incontri nelle scuole e persino un documentario. Basta gettare uno sguardo alla rassegna stampa per capire com’è cambiata l’immagine della Sdc in un biennio scarso. Insomma aria nuova fra gli attempati sodali della musica da camera.

Forse troppo nuova, perché con una lettera di poche righe firmata dallo stesso Gonzini la Società dei Concerti nelle scorse settimane ha dato il benservito al ventinovenne direttore artistico: «A nome del consiglio direttivo - si legge nelle missiva - le comunichiamo che, preso atto del perdurare della difficoltà di comunicazione e delle profonde divergenze di opinione in merito alla gestione della società tra lei e il Consiglio direttivo, nonché la critica e preoccupante situazione economica che si è creata nel corso dell’esercizio finanziario (...), è stato deliberato all’unanimità di revocarle l’incarico di Direttore artistico».

In pratica la società accusa Baldini di aver corso troppo per conto suo, e soprattutto di aver speso troppo, visto che il sodalizio trae la fonte principale di sostentamento dai canoni sociali. Ma Baldini non ci sta e, ricordando di aver sempre lavorato gratis, replica alle accuse punto per punto in una lettera aperta inviata ai soci: «Se le prime due motivazioni sono alquanto vaghe - scrive -, la terza è inaccettabile: ogni iniziativa (così come il cartellone della stagione) deve dapprima essere approvata dal Consiglio, concorde con le relazioni del Tesoriere (Paola Gonzini), sotto la responsabilità del legale rappresentante (Presidente Gonzini). Per tali ragioni normative, è quindi inesatto additare il direttore artistico come capro espiatorio della situazione e usare tale insinuazione come motivo dell’allontanamento». Dopo aver elencato quanto fatto in meno di due anni, Baldini conclude ricordando «la promessa di una “prospettiva giovane”, di un “passaggio di testimone prezioso”, di una volontà di “abbracciare la modernità”: una promessa non mantenuta - ribadisce l’ormai ex direttore artistico - che credo non possa in alcun modo rispecchiare la volontà della maggior parte dei soci, gli stessi soci che hanno gremito il Rossetti, hanno gremito prolusioni ed eventi, che hanno condiviso sul Piccolo e sulla mail societaria il loro apprezzamento». Insomma, aggiunge a voce Baldini, «non è vero che ho fatto il passo più lungo della gamba, il cartellone ha avuto gli stessi costi preventivi dell’anno prima». Le regioni del siluramento sarebbero ben altre: «La verità e che la vecchia guardia non ha condiviso le mie idee innovative, ed evidentemente ho fatto ombra a qualcuno». Dal canto suo il presidente Gonzini, che non ha ricevuto la lettera di Baldini, preferisce non replicare. O meglio, dice, «riteniamo più corretto leggere quanto afferma Baldini e, al caso, intervenire successivamente».

p.spirito

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