Snaidero si chiama fuori «Non corro per il Palazzo»
TRIESTE. «Si parla di me? Non c’è nulla, nessuno mi ha chiesto alcunché, né io ho voglia di presentarmi alla presidenza della Regione». Roberto Snaidero toglie la sua presenza dal perimetro dei papabili del centrodestra. Si è parlato di lui in queste settimane. Come, una decina d’anni fa, si era parlato del fratello Edi. Ma, contrariamente ad allora, stavolta non c’è alcuna possibilità che la famiglia Snaidero partecipi alla corsa per piazza Unità.
Non pare essere lo #staisereno di Matteo Renzi a Enrico Letta. Le parole dell’ex presidente di Federlegno sono del tutto rassicuranti per chi in Forza Italia temesse di vedere cancellato il verdetto del coordinamento regionale che ha incoronato Riccardo Riccardi aspirante presidente del Fvg. Se mai ci sarà qualcuno che soffierà il posto in volata al capogruppo azzurro, non si tratterà di Snaidero. «Perché non ho il desiderio di scendere in campo? Per il semplice motivo che non sono interessato», dice molto cortesemente, ma altrettanto fermamente, l’industriale di Majano, in viaggio direzione Roma. Non per impegni politici, sottolinea, ma per partecipare alla cerimonia dei Premi assegnati dal comitato Leonardo, di cui è vicepresidente, presente anche il capo dello Stato Mattarella.
Di impegni politici non ne sono previsti neanche in futuro. E quando invece se ne è parlato, Snaidero non ha gradito più di tanto. «Qualcuno ha usato strumentalmente il mio nome - sottolinea -. Non mi resta che smentire tutti questi signori che credono di saperne una più del diavolo. Io, in ogni caso, non sto a questo gioco per nessuno». Rimane da precisare che, al contrario, le voci che hanno riguardato ancora Snaidero in occasione della definizione delle liste per le politiche erano più concrete. Anche se, fa sapere il diretto interessato, «Silvio Berlusconi l’ho visto l'ultima volta nell’aprile dell’anno scorso. E mi sono solo limitato a rispondere positivamente alla sua richiesta di mettermi a disposizione».
Perché non se n’è fatto nulla? «Evidentemente il mio nome ha dato fastidio a più di qualcuno. Io li chiamo omuncoli. Se sono rimasto deluso? Con Berlusconi il rapporto in passato è stato di collaborazione, direi di amicizia. Gli ho dato la mia disponibilità a candidarmi, ma io ho le mie attività, continuo con la mia vita. Sostanzialmente, non mi interessa nulla di non essermi trovato in lista». Nomi di chi l'ha escluso, Snaidero, non li fa. «Ma l’interpretazione non è difficile», aggiunge.
Quanto al futuro candidato presidente, non c’è nessuna intenzione di endorsement. «Credo di avere incontrato Riccardi due o tre volte, non posso dare un giudizio. Non mi permetto di farlo con persone che non conosco». Un’altra ipotesi “esterna”? Magari Manuela Di Centa, di cui pure si è parla? «Lei la conosco. In passato ho fatto il presidente della Libertas Udine e Manuela era una delle atlete della società. Può darsi che sia la persona giusta, ma non chiedetelo a me».
Da parte di Fratelli d’Italia, intanto, arriva l’ennesima sollecitazione a fare in fretta. Il nodo è quello delle firme da raccogliere e dunque Fabio Scoccimarro ha rilanciato l'appello a Forza Italia e Lega Nord a chiudere la partita prima del 4 marzo. A Udine, alla presentazione dei candidati, il leader di FdI ha parlato di «paradossale teatrino» e ha invitato Sandra Savino e Massimiliano Fedriga a tornare a cena a casa sua per sciogliere le riserve.
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