Smartphone non restituiti e fondi cassa non spesi: la Corte dei conti alza la voce
TRIESTE «Abbiamo restituito tutto, smartphone compresi», assicura Diego Moretti, ex capogruppo Pd. «Nel nostro bilancio c'erano fondi non spesi, li riassegneremo al “calderone” del Consiglio», aggiunge Andrea Ussai del M5s. In pieno agosto i gruppi a Palazzo nella scorsa legislatura hanno dovuto seguire le indicazioni della Corte dei Conti, verificare che i beni strumentali a disposizione durante il mandato fossero stati restituiti e mettere mano a qualche fattura dimenticata nel cassetto. La Corte ha infatti controllato i rendiconti dei gruppi nel periodo 1 gennaio-21 maggio (dai 57. 500 euro del Pd ai 6.200 di Alternativa popolare tra contributi di funzionamento e per spese di personale) e messo in fila più di un rilievo, in particolare nei confronti di Pd, Forza Italia e M5S, promuovendo invece Ap, Cittadini e Misto, con la raccomandazione trasmessa al segretariato generale d’aula di «procedere alla integrale restituzione del fondo cassa residuo nonché al trasferimento al Consiglio dei beni strumentali acquisiti nel corso della XI legislatura».
Il fondo cassa esplicitamente citato è quello dei grillini, 75.315 euro «rispetto al quale non vi è evidenza che il Consiglio abbia proceduto all’emissione del decreto di accertamento entrate». Ussai, ricordato che della rendicontazione si occupava Elena Bianchi, la sola non riconfermata nella legislatura in corso, si dice pronto a spiegare ogni passaggio contestato e a versare a piazza Oberdan quanto non utilizzato nel quinquennio precedente. Il successivo rilievo riguarda l’incarico affidato al biologo Federico Grim, fratello dell’ex segretaria del Pd Antonella Grim, in campagna elettorale annunciato dai pentastellati assessore all’Ambiente in caso di vittoria. Secondo la Corte, «occorrono riscontri circa le finalità istituzionali e la relazione finale», ma Ussai non ha dubbi sulla regolarità di una consulenza «mirata ad approfondire la questione diossina negli allevamenti di polli».
Anche Moretti minimizza la mezza pagina riservata ai dem, lì dove si chiedono chiarimenti su alcune fatture relative a comunicazione, studi e ricerche, con tanto di sanzioni per ravvedimento del sostituto d’imposta, e a un sondaggio. «Il ravvedimento operoso? Un errore degli uffici, abbiamo già pagato spontaneamente. Alla Corte abbiamo pure consegnato ogni parte mancante del sondaggio». Quanto a Fi, la magistratura contabile evidenzia imprecisioni di natura fiscale e di costo del lavoro.
E poi c’è la questione beni strumentali. Moretti fa sapere che i dem hanno restituito tutto, ma il presidente d’aula Piero Mauro Zanin non esclude che alcuni tablet e telefonini siano ancora nelle mani di qualche consigliere distratto. «Ora l’interlocuzione è tra le segreterie dei gruppi e la Corte - precisa -, ma l’Ufficio di presidenza monitorerà che i beni rientrino nelle disponibilità dell’aula». E per il mandato in corso? «Abbiamo deciso di dotare ciascun eletto di un pc portatile. Il resto, come in passato, lo faranno i singoli gruppi».
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