Slovenia, spunta un’altra foiba 250 scheletri a Kočevski rog
LUBIANA Un’altra foiba piena di cadaveri trucidati dagli agenti dell’Ozna, la polizia segreta di Tito dopo il 1945 è stata rinvenuta nell’area di Kočevski rog, un altopiano carsico, ricco di foibe e cavità naturali e in buona parte ricoperto da foresta, vicino Kočevje.
Gli speleologi hanno rinvenuto circa 250 vittime, persone trucidate e infoibate, quasi tutti civili dell'età media di vent'anni. La notizia è stata comunicata dalla Commissione di Stato della Slovenia che si occupa delle uccisioni compiute dai comunisti nel 1945. L'abisso si trova nell'area tra Veliki rog e Stari žag nelle immediate vicinanze di un vecchio ospedale partigiano e i resti sono stati trovati alla profondità di 14 metri, ha dichiarato il coordinatore dell'operazione di recupero, l'archeologo Uroš Košir mentre Zdravko Bučar, presidente del club degli speleologi, ha spiegato che lo scavo all'interno della cavità era stato autorizzato alla fine dello scorso mese di maggio, la prima discesa è stata effettuata all'inizio di luglio.
Dalle prime analisi sulle ossa e gli scheletri ritrovati le vittime finite in fondo alla foiba dopo aver ricevuto un colpo di pistola alla nuca apparterrebbero a circa un centinaio di ragazzini dell'età compresa tra i 15 e i 17 anni, mentre almeno 5 sarebbero le donne. Il responsabile delle indagini di polizia, Pavel Jamnik ha dichiarato che incrociando dati e testimonianze sull'attività partigiana in quella zona, la responsabilità dell'eccidio è da attribuire all'Ozna e in particolare al suo braccio operativo, il Knoj (Korpus narodne obrambe Jugoslavije), il Corpo di difesa popolare della Jugoslavia».
I domobranci sloveni, con numerosi civili al seguito, erano fuggiti in Austria attraverso il passo Ljubelj nella seconda settimana di maggio del 1945. Furono confinati dai soldati britannici del V corpo dell'ottava armata in un campo improvvisato a Viktring, nei pressi di Klagenfurt. A partire dal 18 maggio iniziarono i rimpatri forzati via treno di croati e cetnici. Gli sloveni furono fatti partire dal 27/28 al 31 maggio. I prigionieri vennero confinati dai partigiani jugoslavi in campi di concentramento, i più grandi dei quali erano presso Šentvid, nei pressi di Lubiana, e Teharje, vicino a Celje. Gli sloveni vennero divisi in tre gruppi. Quelli del gruppo C, il più numeroso, vennero uccisi in pochi giorni, spesso dopo maltrattamenti e torture. Nelle isolate foibe di Kočevski rog vennero liquidati, perlopiù con un colpo alla nuca, i prigionieri provenienti da Šentvid, dopo un trasporto in treno fino a Kočevje e da lì in camion. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo