Slovenia pronta ai controlli ai confini; Croazia, stretta sugli italiani in arrivo

TRIESTE Salgono i numeri dei contagiati, le preoccupazioni e le contromisure per fronteggiare il coronavirus in Slovenia. Ieri a Lubiana il Consiglio per la sicurezza nazionale ha varato misure importanti, tra cui l’introduzione di controlli della temperatura all’aeroporto di Lubiana, mentre si preparano azioni di controllo anche ai confini terrestri con l’Italia, ha specificato una nota del governo. Le misure alla frontiera italiana sarebbero applicabili da parte della polizia nel giro di 48 ore, hanno precisato i media locali.
«All’aeroporto si adotta la misurazione della temperatura», mentre nei prossimi giorni potranno entrare in vigore disposizioni simili «al confine con l’Italia», ha spiegato Nina Pirnat, numero uno dell’Istituto nazionale per la Salute pubblica. Per quanto riguarda i confini terrestri con l’Italia, dovrebbero essere effettuati «da polizia e sanitari», ha aggiunto Pirnat, citata dai media locali, che hanno precisato che i valichi secondari al confine italiano potrebbero essere chiusi per spostare i traffici verso quelli più controllabili, con l’effetto probabilmente di «tempi d’attesa più lunghi» per passare la frontiera. Misure che hanno fatto auspicare in Italia alle parlamentari dem Tatjana Rojc e Debora Serracchiani «un'uscita dall'emergenza in tempi ragionevolmente rapidi», mentre il governatore del Fvg Massimiliano Fedriga, richiesto di un commento, ha detto di pensare «che tutta l’Europa debba utilizzare controlli più forti e coordinati».
Intanto Lubiana – che ha stanziato un miliardo per sostenere l’economia indebolita dal coronavirus - ha anche annunciato l’installazione di 36 container in tutto il Paese, che saranno usati per i test sul coronavirus e alleggerire così il peso sugli ospedali. A sospendere le lezioni è stata intanto l’Università del Litorale di Capodistria, mentre si registrano riduzioni delle attività didattiche anche a Lubiana. Per ora asili e scuole restano aperti, ma i grandi eventi sportivi si terranno a porte chiuse. In Slovenia ieri si sono raggiunti i 23 casi positivi, tutti con sintomi lievi, facendo balzare il Paese in testa alla classifica delle nazioni con più infetti dal Covid-19 nell’area dell’ex Jugoslavia e dei Balcani.
Pure in Croazia, dove il bilancio dei positivi è salito a 13, si segue l’esempio sloveno, andando verso la limitazione dei raduni al chiuso con più di mille persone. E spingendosi fino a inasprire i controlli frontalieri sulle persone in arrivo dall’Italia. Zagabria, è stato deciso ieri, imporrà la quarantena obbligatoria di due settimane alle persone che arrivano da quelle che fino a ieri sera erano le “zone rosse” in Italia. I cittadini croati e chi giunge da località non incluse nelle aree a rischio del nostro Paese - saranno invece sottoposti a isolamento domiciliare e monitoraggio. A chi si rifiuterà di sottostare alla quarantena, in strutture dedicate, sarà vietato l’ingresso nel Paese. Si tratta di una misura inevitabile, dato che solo ieri sono entrati in Croazia 600 italiani, ha informato Zagabria. Le misure riguardano anche chiunque arrivi da zone a rischio e con alti numeri di contagio in Germania, Cina, Corea del Sud e Iran.
Nei Balcani intanto si restringe il numero dei Paesi immuni da casi positivi al coronavirus. Gli unici a zero positivi rimangono Kosovo e Montenegro. Due i casi in Serbia (ieri il primo nella metropoli Belgrado), mentre in Bosnia (4 casi) i camionisti cominciano a rifiutarsi di viaggiare verso Italia, Austria e Slovenia. A registrare i primi due casi conclamati ieri l’Albania. Notizia che ha spinto il governo a muoversi con rapidità e fermezza. Da ieri fino al 3 aprile, infatti, Tirana ha deciso la sospensione dei voli con le zone d’Italia più severamente colpite dal coronavirus e ha ordinato che tutti quanti rientrano da quelle aree nel Nord Italia debbano sottoporsi all’auto-isolamento. E l’Albania ha sospeso anche i collegamenti via mare Durazzo-Ancona e Durazzo-Trieste, fino al 3 aprile. Chiuse poi le scuole per due settimane. —
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