Slovenia, l’ombra della corruzione sui fondi Ue
TRIESTE. Non ci vedeva chiaro e così il ministro Uroš ‹ufer facente funzioni del dicastero dell’Economia ha deciso di annullare il concorso relativo all’assegnazione di 30 milioni di finanziamenti europei a progetti innovativi presentati dalle varie società e aziende della Slovenia gestito dall’Agenzia statale di innovazione, sviluppo e turismo Spirit. Molte di esse, che contavano già sul finanziamento hanno già avviato i progetti e ora si ritrovano senza soldi.
Ma cosa è successo per attirare i sospetti del ministro? Innanzitutto il grandissimo numero di progetti affluiti all’Agenzia pubblica, 940 in tutto mentre si prevedeva di accoglierne non più di 140. E poi l’insolita autoesclusione di quattro membri della Commissione di esperti dell’agenzia Spirit che dovevano stilare la graduatoria. Alla richiesta di spiegazioni del ministro la risposta è stata che erano in qualche modo legati all’azienda o alla società che doveva usufruire del sovvenzionamenti, insomma un vero e proprio conflitto d’interessi. Il problema è sorto quando gli stessi rappresentanti della Commissione avevano in precedenza stilato i criteri necessari alla presentazione dei progetti e quindi ci si chiede se all’epoca (tra l’altro i criteri sono stati cambiati in corso d’opera) questo conflitto d’interessi esistesse già. Ad esempio uno dei membri della commissione è il convivente del titolare di una società che ha predisposto la gara per conto di un’azienda la quale, come riportato dal quotidiano di Lubiana Dnevnik, sarebbe stata pronta a pagare anche qualche migliaio di euro pur di ottenere una buona posizione nella graduatoria finale per l’assegnazione dei fondi. «Siccome abbiamo riscontrato molti rischi relativamente alla trasparenza nella ripartizione dei fondi - si legge nel comunicato emesso dal ministero dell’Economia - abbiamo deciso di recedere dal contratto e richiamare l’agenzia Spirit affinché annulli l’iter relativo all’assegnazione dei fondi».
Il comunicato precisa anche che nei prossimi giorni lo stesso ministero girerà l’intero dossier alla Commissione statale anti-corruzione. Dunque, l’affare scotta. Anche perché di mezzo ci sono soldi europei.
La parola dunque ora passa agli inquirenti. Il presidente della Corte dei conti della Slovenia, Tomaž Vesel ha affermato di non ricordarsi di un caso in cui un concorso venga annullato per sospetti di corruzione ma ha assicurato che dell’affare si occuperanno anche i suoi magistrati. Il concorso riservava per le micro e piccole industrie 15 milioni di euro, mentre per le grandi aziende erano stati messi a posta 7,5 milioni. Le micro e piccole imprese potevano ricevere a progetto fino a 150mila euro, le imprese medie e medio grandi fino a 250mila e le macro aziende fino a 350mila euro.
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