Slovenia, la Consulta bacchetta il governo: no al lockdown senza limiti di tempo
LUBIANA Poteva saltare il banco e la sentenza della Corte costituzionale della Slovenia sarebbe diventata “il caso” all’interno dell’Unione europea che combatte contro la pandemia di coronavirus. È finita, invece, con una reprimenda al governo che dovrà rivedere la legge. Stiamo parlando del ricorso presentato dallo studio di avvocati di Lubiana Fincinger per conto di un anonimo cliente di cui neppure l’Alta corte ha voluto rivelare il nome, e relativo alla presunta incostituzionalità della norma emanata dall’esecutivo sloveno che inficia la libertà di movimento all’interno dei propri confini, norma con la quale è stato in pratica sancito il lockdown come in quasi tutti i Paesi europei.
La Corte costituzionale lo ha esaminato giovedì e l’esito è stato che nelle more dell’emanazione della sentenza il governo dovrà ogni volta precisare perché e fino a quando sarà in vigore la libertà di movimento. Giunto quel termine, l’esecutivo dovrà valutare se persistono le condizioni per le limitazioni e se ciò avvenisse dovrebbe emanare una nuova legge i cui termini di scadenza andranno esplicitati. In effetti, il governo della Slovenia aveva emanato la norma che proclamava il lockdown senza però dare una scadenza temporale alla stessa.
La Corte costituzionale ha quindi valutato che nell'ulteriore attuazione del decreto (del lockdown), nonché nel caso del suo mantenimento, ci potrebbero essere conseguenze avverse difficilmente riparabili o addirittura del tutto irreparabili.
Tuttavia, con una restrizione parziale di un'ordinanza che non interferisce con il contenuto delle misure ordinate, le possibili conseguenze dannose per l'esercizio dei diritti costituzionali alla circolazione e all'associazione possono essere almeno parzialmente ridotte. D'altra parte, secondo i giudici, il rischio di malattia della popolazione non aumenta in questo modo.
Ma mentre la Corte costituzionale scriveva la sua decisione (presa tra l’altro non all’unanimità) il governo, alla luce di dati incoraggianti fra calo dei contagi e decessi in frenata, ha approvato un decreto per allentare alcune misure restrittive, autorizzando taluni sport, come il tennis e il golf (quelli in cui non c’è interazione o contatto tra gli atleti) senza però partecipazione di pubblico. Ha autorizzato i lavori di manutenzione e stagionali su terreni privati al di fuori del comune di residenza. Ieri, il governo ha deciso che da lunedì riapriranno negozi di materiali da costruzione, articoli tecnici e negozi specializzati di automobili e biciclette, insieme ad alcuni altri servizi non essenziali. Secondo quanto comunicato dal governo, fra essi figurano servizi all'aperto, che prevedano un contatto minimo con consumatori e utenti.
Secondo quanto riferito dal portavoce dell'unità di crisi del governo, Jelko Kacin, nessuna decisione a breve termine sarà presa invece sulla riapertura di scuole, asili, università e sul trasporto pubblico. Intanto gli ultimi dati aggiornati parlano di nessun decesso e 21 nuovi casi di positività al coronavirus nelle ultime 24 ore, a fronte di 1023 test, per un totale di 1.268 persone infette. Il numero delle vittime resta fermo a 61.I dati, comunque, confermano una certa stabilità del contagio nel Paese.
Da rilevare, infine, che il presidente sloveno Borut Pahor, che è comandante in capo delle Forze armate, ha esortato il Parlamento ad attivare l'articolo 37 bis della legge sulla difesa territoriale per conferire poteri speciali ai militari e autorizzarne il dispiegamento lungo il confine meridionale (con la Croazia) dell’Esercito.
Durante una visita a Vinica, al confine con la Croazia, insieme ai ministri della Difesa Matej Tonin e degli Interni Aleš Hojs, Pahor ha detto che la proposta è sostenuta da polizia, militari e abitanti del posto, preoccupati per la «quasi certa possibilità che si intensifichino i tentativi di attraversamento illegale del confine» durante l'emergenza sanitaria in corso.
La proposta di legge è al momento bloccata proprio in Parlamento, bocciata dalla commissione Difesa dello stesso e necessita altresì di un'approvazione dei due terzi dei deputati. Le opposizioni chiedono garanzie su durata, programmata per tre mesi, e perimetro di azione dei militari, che dovrebbero agire di concerto con la polizia e aiutare a regolare le infrastrutture di trasporto lungo il confine. —
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