Slovenia, il ministro fa tremare il governo Cerar

Telekom e servizi segreti, sfiducia del premier contro Veber. Ma il titolare della Difesa, sostenuto dal suo partito, non arretra. In bilico anche un altro importante incarico
Il premier sloveno Cerar
Il premier sloveno Cerar

La “Veberleaks” esplode in faccia al primo ministro sloveno, Miro Cerar che ora vede il suo governo traballare e tremare per il “siluro” che gli potrebbe venir lanciato contro dai socialdemocratici (Sd) che potrebbero fare quadrato attorno al proprio ministro della Difesa, Janko Veber per l’appunto, per il quale lo stesso premier ha presentato una mozione di sfiducia in Parlamento. Il motivo della bomba politica che è deflagrata in queste ore a Lubiana è il rapporto che lo stesso ministro ha chiesto ai suoi servizi segreti militari incaricati di valutare l’impatto sulla sicurezza nazionale della privatizzazione della società di telecomunicazioni Telekom Slovenija. Azione immediatamente bocciata come illegale da parte di tutte le forze politiche del Paese con la conseguente richiesta di dimissioni di Veber. Veber però non molla, si è arroccato nel suo fortino e se dovrà lasciare il ministero lo farà solo con la forza democratica del voto di sfiducia del Parlamento.

Il ministro della Difesa sloveno Veber
Il ministro della Difesa sloveno Veber

Anzi il ministro della Difesa non solo ha fin qui onorato il suo ruolo difensivo ma è passato al contrattacco. Appena saputo che martedì sera il primo ministro in persona aveva depositato la mozione di sfiducia nei suoi confronti in Parlamento ha immediatamente convocato una riunione dei vertici dei servizi segreti militari (Ovs) al termine della quale ha sciolto i servizi stessi. Fonti sostengono che alla fine della riunione lo stesso Veber abbia esclamato: «Se la Ovs vuole epurarmi, io epurerò la Ovs». Il tutto mentre il suo partito, i socialdemocratici, gli coprivano, fin qui, le spalle minacciando addirittura una possibile uscita dalla coalizione di governo.

All’interno degli Sd le posizioni sono discordi e dalla riunione della segreteria del partito ci si può attendere tutto e il contrario di tutto. Se la ministra socialdemocratica, Anja Kopa› Mrak sostiene che il partito deve tener conto soprattutto di quale è il bene per la Slovenia, il capogruppo al Parlamento Matjaž Han dice senza remore di non temere di finire all’opposizione. Anche il terzo membro di coalizione, ossia il Partito dei pensionati (Desus), sembra aver voltato le spalle al ministro Veber. Il presidente e ministro degli Esteri, Karl Erjavec, infatti, sostiene che i socialdemocratici dovrebbero provvedere al cambio del titolare della Difesa visto che quest’ultimo non ha agito secondo la legge.

La oramai certa defenestrazione di Veber sarebbe la quarta vittima tra i ministri dell’attuale governo Cerar. Prima hanno dovuto andarsene il ministro dello Sviluppo economico, Jožef Petrovi„ accusato di aver violato i principi della libera concorrenza in un appalto con la pubblica amministrazione, poi se ne è andata la ministra per lo Sviluppo e la coesione Violeta Bulc visto che è stata eletta commissario europeo ai Trasporti. Terza “vittima” la ministra dell’Istruzione, Stanka Setnikar Cankar dopo che è divenuto di pubblico dominio il suo utile extra stipendio di docente universitaria di oltre 600mila euro dovuto a una serie di consulenze.

Ma non è finita qui. Insediatasi al posto della Cankar il 27 marzo scorso rischia di andarsene anche la nuova ministra dell’Istruzione, Klavdija Markež accusata di plagio nella redazione della sua tesi di laurea. Il ministro più “breve” della storia della Repubblica di Slovenia è stato comunque, Igor Maher, responsabile delle Infrastrutture nel governo Bratušek. Si dimise dopo due giorni perché pizzicato ad aver costruito abusivamente una casa sulle saline di Sicciole.

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