Slovenia, gli esperti in pressing per un lockdown di fine anno

/ LUBIANA
L’epidemia da coronavirus spezza in due la Slovenia. La parte occidentale del Paese mostra segni di miglioramento con contagi in calo, mentre rimane sempre molto critica la situazione in quella orientale e nella capitale Lubiana, dove i ricoveri non rallentano il ritmo, così come neppure le nuove infezioni. Nelle ultime 24 ore in Slovenia ci sono stati 1.524 nuovi contagi su 5.634 tamponi effettuati, il che significa che il 27% dei testati è risultato positivo, una percentuale ancora altissima se pensiamo che quella in Italia è del 9,1%. I ricoverati per Covid-19 sono 1.284 di cui 204 in terapia intensiva. I morti sono 44.
Il governo ha deciso lunedì scorso di concedere un allentamento delle norme anti-virus proprio nelle regioni occidentali del Paese dove da oggi sono aperti i negozi di abbigliamento e di scarpe, ma dove né i vestiti, né le calzature possono essere provate dal cliente. In queste zone se si ha sullo smartphone l’app Immuni formato sloveno si può viaggiare all’interno di tutta la propria regione senza limiti comunali. A livello nazionale sono stati riaperti i fiorari, i saloni di bellezza e i parrucchieri, e ha ripreso a funzionare il trasporto pubblico seppure al 50% della sua portata e con orario estivo. Rimane il coprifuoco dalle 21 alle 6 del mattino. Tutto ciò resterà in vigore fino al 23 dicembre.
E a Natale e Capodanno? Dopo la breve tregua tornerà la guerra di trincea. Lo si evince chiaramente da quanto dichiarato dal capo del Comitato di esperti presso il ministero della Salute, Bojana Beović. L’infettivologa sostiene che la terza ondata della pandemia potrebbe essere peggiore delle prime due e si schiera dunque per un totale lockdown del Paese durante le festività di Natale e Capodanno. Feste che, ha affermato Beović, «devono intendersi unicamente come riunioni di famiglia, qui dobbiamo stare molto attenti a rimanere solo ed esclusivamente nella nostra bolla». Parole che trovano conferma anche in quanto dichiarato ieri dal ministro della Salute Tomaž Gantar. «Siamo ben lungi dall'essere fuori dall’epidemia, come dimostrano anche i dati sull'occupazione dei posti letto negli ospedali. Ciò si riflette nel sovraccarico di lavoro per il personale medico e nel fallimento di altri programmi per le cure di patologie diverse dal Covid-19». Il ministro ha precisato anche che una delle misure chiave per frenare l'epidemia è anche la rapida individuazione dei contagi. «I test rapidi hanno quindi senso - ha spiegato - ovviamente tenendo conto di tutti i limiti, quindi devono essere ripetuti più volte». Gantar ha poi illustrato che il test rapido è già in corso in molte aziende slovene, ed è stato introdotto anche nelle organizzazioni sanitarie e nelle istituzioni di assistenza sociale, mentre i test sperimentali di massa sulla popolazione inizieranno la prossima settimana nell'area di Lubiana. L'esame sarà volontario, e basterà esibire la tessera sanitaria.
Sempre molto grave la situazione in Croazia dove i nuovi contagi sono 2.360 su 8.748 tamponi effettuati e quindi il 26,9% dei testati è risultato positivo. Morte 73 persone. I ricoveri per Covid sono 2.897 di sui 304 in terapia intensiva. E mentre il governo pensa a un lockdown alla tedesca per le prossime festività, si sta sempre più diffondendo il fenomeno di chi all’entrata in Croazia, proveniente soprattutto dalla Serbia, esibisce tamponi negativi falsi. Questi si possono acquistare al mercato nero serbo per 50-80 euro. In pochi giorni la polizia di frontiera ne ha pizzicati già 7, tutti immediatamente denunciati all’autorità giudiziaria. E messi ovviamente in quarantena. —
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