Slovenia, campane a morto per il comparto turistico
LUBIANA «Il turismo in Slovenia non è in ginocchio, è a terra». Con questa frase il ministro dell’Economia Zdravko Počivalšek fotografa la situazione disastrosa dell’industria dell’ospitalità nel Paese a causa della panedemia di coronavirus. Le strutture turistiche potrebbero iniziare ad aprire i battenti già la prossima settimana o all'inizio di giugno, ma tutti si aspettano che questo settore dell’economia slovena rimanga in grave difficoltà ancora per molti mesi.
Il governo aiuterà il turismo con ulteriori misure, poiché la nuova pandemia di coronavirus ha colpito questo settore nel modo più drastico, dichiara il ministro Počivalšek secondo il quale potrebbero essere necessari cinque anni per ricominciare. Le misure adottate dal governo per aiutare l'economia nei primi due pacchetti giuridici anti-Covid-19 si applicheranno al turismo per quattro mesi dopo la fine dell'epidemia o fino alla fine dell'anno, spiega ancora il ministro. Verrà introdotta la possibilità di un sussidio statale per chi è in “attesa di lavoro”, sovvenzioni europee e prestiti di liquidità supplementari per un importo da 5.000 a 40.000 euro per micro, piccole e parte delle medie imprese.
«Sono necessarie misure che consentano non solo la sopravvivenza, ma anche la ristrutturazione e lo sviluppo della nuova offerta», afferma Počivalšek. Il ministero ha provvisoriamente programmato di aprire strutture ricettive con una capacità fino a 30 camere, ristoranti, spazi interni, campi e parchi naturali già dal lunedì. A giugno potrebbe essere consentito il funzionamento di hotel, centri benessere, piscine e agenzie di viaggio. Si dovrà aspettare un altro mese per visitare i casinò e organizzare eventi. Non dovrebbero esserci festival fino all'inizio del prossimo anno. Il ministero sottolinea che il rilascio di misure dipende dal quadro epidemiologico e dalla posizione dell’equipe di esperti che sta sovrintendendo alla pandemia. «Alcune di queste date sono più probabili, altre meno», sostiene sempre Počivalšek.
Il presidente del sindacato della ristorazione e del turismo Kristijan Lasbaher afferma che i lavoratori sono molto preoccupati. «Ora che sono in attesa di poter irentrare al lavoro - spiega al quotidiano Dnevnik - hanno un reddito basso e temono che un lavoro part-time, anche se co-finanziato, non migliorerà la loro situazione». Secondo lui, i lavoratori hanno ancora più paura dei possibili licenziamenti. «Lo Stato sta aiutando l'industria, ma non sappiamo cosa accadrà. Tutto dipenderà - precisa - da come i gestori e i proprietari decideranno quando stimeranno il reale calo dei turisti e quanto i costi saranno più elevati a causa dei nuovi e severi standard di igiene».
Počivalšek non rivela quali saranno i nuovi standard per ospiti e lavoratori, ma promette che insieme all'Istituto nazionale di sanità pubblica prepareranno le regole che garantiranno protezione. Secondo alcune fonti esse consisterebbero nei seguenti punti: che sia i dipendenti che gli ospiti mantengano una distanza di 1,5 metri da tutti i non membri della stessa famiglia; sanificazioni frequenti delle aree comuni; disinfezione delle stanze quando cambiano gli ospiti e installazione di disinfettanti in diversi luoghi della struttura. Stop ai buffet self-service che non sono più consentiti. Počivalšek conclude che il nocciolo duro da rompere è principalmente l'organizzazione del lavoro nel settore dell'ospitalità. —
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