Slovenia apripista: via lo stato di pandemia, confini aperti a tutti i cittadini europei

Niente isolamento per chi entra, controlli sanitari saltuari ai 9 valichi attivi. Ma al ritorno in Italia resta per ora la quarantena
Lasorte Trieste 11/03/20 - Emergenza Coronavirus, Fernetti, Controlli Polizia Slovena
Lasorte Trieste 11/03/20 - Emergenza Coronavirus, Fernetti, Controlli Polizia Slovena

LUBIANA Meno di trenta ammalati ancora ricoverati in ospedale, sette in terapia intensiva, ieri un unico nuovo caso di contagio. I numeri permettono di tirare un sospiro di sollievo. E di prendere decisioni importanti. Lo sono sicuramente quelle assunte dal governo di Lubiana giovedì, poco prima della mezzanotte. Il governo ha formalmente revocato lo stato di epidemia da Covid-19, prima nazione Ue a fare il grande passo “addolcendo” al contempo le regole d’ingresso nel Paese per i cittadini Ue. «La Slovenia ha domato l’epidemia negli ultimi due mesi» e ora «vanta il miglior quadro epidemiologico in Europa», ha assicurato il premier sloveno Janez Janša, gettando le basi per le ultime attenuate misure.

Cosa cambia? La revoca dello stato d’epidemia non significa affatto un liberi tutti. Dato che il rischio di diffusione del virus persiste, gran parte delle misure restrittive principali in territorio sloveno rimarranno in vigore almeno fino al 31 maggio, ha chiarito l’esecutivo di Lubiana. Tra esse, il divieto di assembramenti con più di 50 persone, isolamento dei pazienti, quarantena per chi è stato in contatto con contagiati, il distanziamento sociale, ma anche l’uso di mascherine negli spazi pubblici chiusi, mentre alcuni centri commerciali e hotel riapriranno lunedì, il calcio forse a fine maggio. Ad allentarsi sono state invece, già da ieri, le maglie per entrare in Slovenia dall’estero, ora regolate da un nuovo decreto già pubblicato sulla Gazzetta ufficiale slovena. Il decreto stabilisce che oltre ai lavoratori transfrontalieri, come già previsto in passato, possano entrare liberamente in Slovenia - e senza più sottoporsi alla quarantena di una settimana obbligatoria dall’11 aprile per chi si voleva fermare nel Paese per oltre 24 ore - tutte le persone che abbiano residenza permanente o temporanea in Paesi della Ue, provenienti da Austria, Italia e Ungheria; e che non abbiano viaggiato negli ultimi 14 giorni in Stati extra-Ue.

L’ingresso può avvenire, come oggi, attraverso valichi prestabiliti e con checkpoint sanitari attivi, come già da marzo. Quanto al confine italiano, i punti di controllo restano quelli attuali, ossia quelli stradali e autostradali di Sant’Andrea, Fernetti, Rabuiese e Pese. Quelli di Stupizza, Fusine, Predil, Gorizia (Via San Gabriele) e il valico di Vencò saranno accessibili solo in alcune ore della giornata per i lavoratori transfrontalieri, si legge sul nuovo decreto. Altri 19 valichi gestiranno i traffici con l’Austria, 5 con l’Ungheria; per la Croazia il decreto non indica particolari posti di controllo.

Tutti quanti entrano in Slovenia si vedranno consegnare dalla polizia opuscoli informativi sulla prevenzione dal contagio, approntati dall’Istituto nazionale per la salute pubblica sloveno (Nijz), ha detto il portavoce del governo, Jelko Kacin. Saltuariamente, ai posti di controllo «i servizi sanitari» potranno verificare «lo stato di salute delle persone che varcano il confine», chiariscono documenti resi pubblici ieri dalla nostra ambasciata a Lubiana. Chi dovesse manifestare sintomi tipici da Covid-19 potrebbe essere respinto alla frontiera, ha puntualizzato Lubiana. Regole diverse valgono per le persone di Paesi extra-Ue, che entrati in Slovenia dovranno sottoporsi nella maggior parte dei casi a quarantena di due settimane.

Questi i mutamenti sulla carta. In pratica, poco però cambia per i cittadini italiani – transfrontalieri esclusi – che volessero fare una scappata oltreconfine. Anche se la Slovenia non impone più l’obbligo di quarantena settimanale, in Italia restano valide - per ora - le regole sugli spostamenti previste dall’ultimo Dpcm. Leggi, chi da Trieste volesse domani andare a Sesana a fare benzina o un po’ di shopping potrebbe certo farlo, ma dovrebbe poi sottoporsi a quarantena obbligatoria una volta rientrato a casa, come da regole in vigore in Italia, ricordano fonti istituzionali al Piccolo: almeno fino al 3 giugno, data in cui secondo il nuovo dpcm in arrivo Roma punta ad aprire le frontiere. Lo stesso intanto vale per chi entra in Slovenia dall’Austria e poi torna in patria, ha specificato ieri il ministero degli Interni di Vienna, come riportato dall’agenzia France Presse. Anch’essi dovranno sottoporsi a due settimane di isolamento. —


 

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