Slovenia, altre aperture fino al 23, ma si rischia la crisi di governo

Il Partito pensionati lascia la coalizione e accusa il premier: diritti negati nella gestione della pandemia
SLOVENIJA, LJUBLJANA, 15.05.2007, 15. MAJ 2007 Predsednik vlade RS dr. Janez Jansa, minister za obrambo RS Karel Erjavec in nacelnik generalstaba slovenske vojske generalpodpolkovnik Albim Gutman prihajajo v Cankarjev dom kjer poteka slovesna akademija ob dnevu Slovenske vojske, 15. maju. Foto: Tina Kosec/BOBO
SLOVENIJA, LJUBLJANA, 15.05.2007, 15. MAJ 2007 Predsednik vlade RS dr. Janez Jansa, minister za obrambo RS Karel Erjavec in nacelnik generalstaba slovenske vojske generalpodpolkovnik Albim Gutman prihajajo v Cankarjev dom kjer poteka slovesna akademija ob dnevu Slovenske vojske, 15. maju. Foto: Tina Kosec/BOBO

/ LUBIANA Una riunione di governo lunghissima ieri pomeriggio a Lubiana per decidere solamente l’apertura di qualche tipologia commerciale in più su tutto il territorio nazionale con alcuni bonus per le 4 regioni più virtuose in tema di epidemia da coronavirus (Slovenia centrale, Carsico-costiera, Goriziana e Gorenjska) e il tutto valevole fino al 23 dicembre. Per le festività natalizie si sta ancora discutendo, come ha sostenuto il ministro dello Sviluppo economico Zdravko Počivalšek in una pausa dei lavori dell’esecutivo. Una riunione di governo molto tesa vista che oltre al virus Covid-19 il premier Janez Janša (destra populista) deve fare i conti da ieri anche con il virus “sfiducia costruttiva”.

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PHOTO: Matej Povše


La coalizione di governo infatti perde un pezzo. Il Partito dei pensionati (Desus) ha ufficialmente deciso di lasciare il governo. La causa? La politica di “orbanizzazione” messa in pratica dal premier e dal suo partito (Sds) nel corso di questa crisi pandemica che lo ha portato più volte a calpestare alcuni diritti fondamentali del vivere democratico. E il leader di Desus Karl Erjavec, già ministro degli Esteri e della Difesa viene indicato come il premier incaricato che la coalizione di opposizione Kul è pronta a proporre al Parlamento nella mozione di sfiducia costruttiva che si sta inesorabilmente avvicinando. Nei corridoi della politica si parla già di tre ministeri offerti al Partito del centro moderno (Smc) se passasse dalla parte dei “giacobini”. Il ministro Počivalšek (Smc) proprio ieri pomeriggio ha confermato la sua fiducia all’esecutivo Janša. «Ci sono stati atteggiamenti (del premier ndr.) che non condividiamo - ha detto - ma questo non è il momento per aprire crisi di governo». Da vedere se riusciranno a mantenere unito il gruppo di 10 deputati al Parlamento.

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Di passaggio davanti a una vetrina a Bucarest, in Romania

La posizione più scomoda, in questo momento, è però quella del ministro della Salute Tomaž Gantar, in prima fila nella battaglia contro il Covid-19, ma in quota Desus. Ieri il leader dei pensionati Erjavec ha affermato che non ritirerà Gantar dal governo. «Visto il posto delicato che occupa lascio ogni decisione al premier Janša», ha dichiarato. Premier che a sua volta ha sostenuto che il ministro Gantar «invece di pensare a come far cadere il governo dovrebbe impegnarsi di più nella lotta alla pandemia in corso». La rottura c’è. Il governo traballa e senza Desus si indebolisce notevolmente. In base alla fredda ma decisiva legge dei numeri non perde ancora la maggioranza in Parlamento senza i 5 deputati di Desus. Alla fine governo e coalizione di opposizione sono 42 a 42 in Parlamento con i 4 deputati dell’estrema destra (Sns) che si sfilano così come i due deputati dei seggi garantiti delle minoranze. E i franchi tiratori stanno già pulendo i propri fucili.

Tornando al Covid-19 ieri in Slovenia i nuovi contagi sono stati 1.642 su 6.350 tamponi e cioè il 25,8% dei testati è risultato positivo. I ricoverati sono 1.229 di cui 208 in terapia intensiva. Sono morte 43 persone. Numeri peggiori nella vicina Croazia dove ieri i nuovi contagi sono stati 3.918 su 12.294 tamponi (il 31,8% dei testati è risultato positivo). I ricoverati sono 2.943 di cui 287 in terapia intensiva. Morte 85 persone. Ieri il governo Plenković ha confermato che le misure per le festività natalizie saranno rese note oggi dal Quartier generale della Protezione civile nazionale. Da indiscrezioni è chiaro che le norme saranno più restrittive di quelle in vigore e punteranno sostanzialmente a evitare i contatti interpersonali. Dunque si va verso un Natale da lockdown. —

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