Slovenia alle urne per eleggere 212 sindaci
Sindaci già eletti ancor prima dell’apertura delle urne, dimissioni in massa dal partito, intervento della polizia per evitare regolamenti di conti personali e non. Tutto questo e altro sono le elezioni amministrative in Slovenia. Le urne si aprono dalle 7 alle 19 per scegliere 212 primi cittadini. Insomma delle vere e proprie politiche in miniatura anche se, come vedremo, per sindaci e consiglieri comunali gli elettori più che all’ideologia puntano molto sulla capacità presunta (per chi si candida la prima volta) oppure provata per chi si ricandida. E non è un caso che una amministrazione battezzata buona dai cittadini possa contribuire a creare dei veri e propri piccoli re nelle singole città.
I due casi più eclatanti sono costituiti da Lubiana e Capodistria dove i rispettivi sindaci uscenti, rispettivamente, Zoran Jankovic e Boris Popovic (guarda caso entrambi di origini serbe), a meno di clamorosi e improbabili terremoti nelle urne, saranno “incoronati” al soglio cittadino per la quarta volta consecutiva. Per quanto riguarda Jankovic, dagli ultimissimi sondaggi prima del silenzio elettorale odierno, non ci sarà partita. Il vulcanico Zoran dovebbe farcela già al primo turno ma con ogni probabilità la sua lista indipendente con cui si è presentato non avrà la maggioranza in Consiglio comunale.
In un’intervista al settimanale Mladina, Jankovic sferra il suo ultimo attacco elettoralistico per esorcizzare i numerosi guai giudiziari che lo affliggono. «Nessuno mi ha dato denaro - sostiene - mai ho preteso denaro e mai l’ho ricevuto». E poi l’affondo al curaro. «Ho sentito che i criminalisti hanno parecchie difficioltà nel trovare qualcosa nei miei confronti che sia penalmente rilevante, anche se hanno ricevuto l’ordine di fare in modo di frenarmi in qualsiasi modo».
Una passeggiata dovrebbe essere anche quella di Popovic a Capodistria anche se, nelle ultime ore, quando il vantaggio acquisito dal re del Litorale è apparso incolmabile la campagna elettorale è diventata estremamente pesante, zeppa di attacchi personali e di minacce di regolamenti di conti al punto che è dovuto intervenire anche la polizia. Per Popovic la sconfitta sarebbe unicamente quella di dover andare al ballottaggio.
Situazione molto favorevole anche a Pirano e a Isola per i due sindaci uscenti, ossia Peter Bossman e Igor Kolenc che potrebbero spuntarla anche loro già al primo turno. Ma la vera novità, per il Litorale ma anche per la Slovenia intera, è l’elezione del primo sindaco nel neonato Comune di Ancarano. Qui la campgana elettorale si è svolta n assoluta tranquillità e senza lo svolgimento di nessun sondaggio pre-elettorale. È convinzione comune che ha spuntarla sarà Gregor Strmncik, già leader del movimento locale che ha sostenuto il divorzio della cittadina costiera dal capoluogo Capodistria.
Contro di lui c’è in corsa Gašpar Gašpar Mišic, già presidente contestato e poi silurato di Luka Koper, la società che gestisce il Porto di Capodistria, e attualmente direttore dell’azienda dei servizi municipali del capoluogo del Litorale. Sarà difficile che Ancarano, appena conquistata l’autonomia, decida di cadere nelle mani di un uomo di Popovic, Gašpar Mišic per l’appunto.
E in tutto questo movimentismo dov’è finita la Smc, il partito de premier sloveno Miro Cerar trionfatore alle ultime elezioni politiche del luglio scorso? Nell’anonimato. Tranne che a Maribor, ma anche qui le vicende legate al partito del “prof-premier” non sono di quelle che fanno bene al cuore. Alla vigilia del voto, infatti, 41 iscritti al partito hanno dato le dimissioni per protestare contro il sistema, a loro detta, verticistico, clientelare e nepotistico con cui è stato scelto il candidato sindaco (Anton Kranjc) e gli aspiranti consiglieri comunali. La Smc locale parla di manovra architettata ad arte e fatta esplodere apposta a poche ore dall’apertura dei seggi, ma da Lubiana, dalla sede centrale della Smc, solo un imbarazzante silenzio.
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