Slot Machine, in Friuli Venezia Giulia una piaga da un miliardo all'anno

TRIESTE. “Ancora una, ancora una dai…”. Sul tavolino una birra quasi finita e tra le dita il mozzicone di una sigaretta, che non sarà di certo l’ultima. Come non sarà l’ultima partita. Trieste, un’osteria del centro. La macchinetta ultramoderna dai bottoni variopinti stride un bel po’ tra i vecchi tavolini, le sedie e le botti di legno che trasudano vino e fritto. Lui sta lì. È un omone sulla quarantina, vestito da operaio. Accento slavo. La pausa pranzo l’ha saltata. Ha preferito mettersi subito davanti a una slot, con la moglie dietro ad aspettarlo e il figlioletto da andare a prendere fuori di scuola. “Muoviti, è tardi, dai…”, insiste lei, scoraggiata. Passano i minuti. Dieci, venti. Sono là da più di mezz’ora. Ogni tanto la monotonia dei vari bip bip dell’aggeggio è rotta da uno scroscio di monetine. Che l’operaio puntualmente caccia dentro. “Un’altra partita, sto vincendo…”. La donna non lo ascolta, è china sul cellulare. Chissà il bambino, lasciato solo in strada.
“Vengono qui ogni giorno – sospira l’oste – stanno ore, quello lì spende 50, 70 euro a botta…mi fa pena”. Ma al proprietario della locanda non è mai passato per la mente che potrebbe togliere tutto. “Potrei – risponde – ma grazie all’incasso mensile che la slot mi assicura, riesco a pagare lo stipendio di un dipendente”. Già, ma quanti ne brucia? Le macchinette sono a migliaia. Nella sola Fvg ingurgitano 1 miliardo di euro l’anno. E i malati da gioco, che bruciano stipendi e famiglie, crescono a dismisura. Sono raddoppiati nel giro di pochi anni.
Classifiche comuni delle province di Trieste
per giocate pro capite
Osterie, bar, sale gioco. Le slot machine macinano soldi. Un’industria che interpella portafogli e coscienze. Gli addetti ai lavori hanno individuato due generi: le AWP (apparecchi elettronici che erogano vincite in denaro) e le VLT (accettano banconote e monete ma non erogano soldi in caso di vincita). Sommate, costituiscono la tipologia di gioco d’azzardo più diffusa. I dati dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli, nel report 2016, dicono che il Friuli Venezia Giulia con i sui 8.902 apparecchi, è la quindicesima regione in Italia per la spesa complessiva in questo genere di macchinette: in Fvg ingoiano oltre 1 miliardo l’anno, 100 milioni in più del Trentino Alto Adige. La Lombardia fa dieci volte tanto, ma ha una popolazione esponenzialmente più vasta. Il vicino Veneto è a 4,6 miliardi, come l’Emila Romagna. Sono le tre realtà in cima alla classifica.
Classifica delle province di Friuli Venezia Giulia
per apparecchi per mille abitanti
In Friuli Venezia Giulia 1 miliardo l’anno significa 843,6 euro a testa, mediamente 70 euro al mese. Praticamente come Trentino e Lazio. La Lombardia, la regione in testa alla classifica delle regioni che vantano il maggior numero di slot, è di poco superiore (1.036,3 euro). In regione è a Udine, che vanta 3.672 macchinette, che si sborsa di più: 1.257 euro pro capite per una spesa di 405 milioni. Pordenone vanta invece 2.209 aggeggi per un incasso di 286 milioni e 819 euro pro capite. Così Trieste: 1.764 slot (195 milioni e 867 euro l’anno a testa), contro le 1.257 di Gorizia (140 milioni, 744 a cittadino). Il ventaglio è ampio; c’è una slot in ogni angolo. Si calcola che ogni residente ne ha potenzialmente a disposizione 9 a Gorizia, 7 a Pordenone, 7,5 a Trieste e 6,9 Udine. Il caso Monrupino, che salta all’occhio con quei 6.187 euro di spesa pro capite, è presto spiegato. Il territorio comunale include pure la piccola località di Fernetti, zona di confine che conta su un continuo via vai di camionisti che vanno a rilassarsi nelle slot dei bar di paese. Ecco perché quel guadagno.
Mappa giocate pro capite comuni di Friuli Venezia Giulia
Famiglie distrutte, casi di suicidi per i troppi debiti, infiltrazioni mafiose che riciclano denaro attraverso le sale slot e i casi di usura sempre più in aumento. Gli effetti della dipendenza da gioco sono una piaga sociale. Il Rapporto 2016 dell’Osservatorio della Regione Friuli Venezia Giulia tratteggia un quadro inquietante: accanto al consumo di sostanze stupefacenti, sono in aumento anche le dipendenze comportamentali soprattutto quelle da nuove tecnologie: internet, videogiochi e slot-machines. Spesso accompagnate ad altri “vizi”, come droga e alcol. O altre patologie. In regione, nei servizi dedicati alla dipendenze, nel 2016 si contavano complessivamente 421 utenti in cura, di cui il 75,3% maschio; il 40,9% è stato accolto per la prima volta. “Il dato – precisa il report – è in costante crescita negli ultimi anni”. Si è passati, infatti, dai 240 assistiti del 2012 agli attuali 421. Quasi raddoppiati. Di questi, 108 sono presi in carico dall’Azienda sanitaria Trieste, 110 dalla Bassa friulana-isontina, 34 dall’Azienda dell’Alto Friuli collinare-medio Friuli, 50 dall’Azienda sanitaria Udine e119 da quella del Friuli Occidentale. Sono soprattutto gli ultraquarantenni i più esposti, cioè le fasce 40-49 e 50-60.
Classifiche top 20 comuni della provincia di Treviso
per giocate pro capite
A livello nazionale associazioni di categoria come il Sapar (Servizi apparecchi per le pubbliche attrazioni ricreative) sono già sul piede di guerra lamentando catastrofi dall’intesa Stato e Regioni sul decreto che riorganizza il settore dei giochi. L’accordo indica una serie di misure per ridurre l'offerta di gioco, sia dei volumi che dei punti vendita. Si arriverà a una diminuzione del 35% degli apparecchi. Il numero delle AWP (anche dette New Slot o Apparecchi Comma 6a) attualmente in esercizio è di 407.323, che saranno portate a 264.674 con le modalità indicate dall’emendamento del governo approvato e recepito nell’art. 6-bis del d.l. 50/2017 convertito poi nella legge 96/2017.
La legge regionale n°1 del 14 febbraio 2014 ha disposto in Fvg una serie di interventi per la prevenzione, il contrasto e sensibilizzazione sui rischi correlati al gioco; è stato anche istituito un Tavolo tecnico regionale ad hoc composto da esperti per lo studio del fenomeno, oltre al lancio di campagne informative. Nel 2015, con un’ulteriore norma, è stata vietata ogni nuova installazione di apparecchi entro 500 metri dai luoghi “sensibili” come scuole, chiese, centri di aggregazione giovanile, strutture sanitarie e ricettive. Ma le difficoltà di applicazione della norma non mancano: i Comuni fanno fatica a definire esattamente un “luogo sensibile”. Inoltre il provvedimento prevede l’applicazione di un marchio “Slot free Fvg” da rilasciare a quei locali che scelgono di non installare o disistallano gli aggeggi. La Regione prevede riduzioni dell’aliquota Irap a favore di tutte quelle attività che potrebbero effettivamente esibire il marchio. Ma l’iniziativa non ha trovato una copertura economica a sostegno.
I comuni si sono attrezzati lanciando progetti “slot free” con le associazioni di categoria. Qualcosa in questa direzione si è mosso a Trieste, Udine, Monfalcone, Gradisca, Porcia, San Vito, Roveredo e Casarsa. Si propone la riduzione della tassa rifiuti, campagne informative e altri sgravi fiscali come l’eliminazione dell’imposta di occupazione di spazio pubblico. A Trieste il Comune ha dichiarato il proprio impegno a eliminare la pubblicità dei casinò d’oltreconfine sugli autobus della Trieste Trasporti. Ma esistono anche cooperative e associazioni che già dal 2013 propongono gli “Slotmob”, iniziative che suggeriscono di consumare solo nei bar privi di macchinette. Si organizzano momenti di formazione ma anche colazioni “collettive” nei locali più sensibili e impegnati.
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