Slitta la mostra di Sgarbi all’ex Pescheria

L’unica cosa certa è la sede, l’ex Pescheria (o Salone degli incanti che dir si voglia). Quanto alla data di apertura, al titolo e ai costi dell’attesa rassegna che vedrà esposte oltre 250 opere della vasta collezione Cavallini-Sgarbi (4mila pezzi), i punti di domanda sono ancora diversi.
Secondo quanto annunciato a fine 2016, la mostra avrebbe dovuto inaugurarsi nel corso di questo mese, ma così non sarà. Fra traslochi e allestimenti le prime due tappe italiane (dopo quelle estere), a Osimo e Cortina, hanno fatto slittare i tempi (quella cortinese è stata anche prorogata fino al 5 marzo scorso).
Alcuni pezzi (quadri, busti e statue) sono arrivati all’ex Pescheria nei giorni scorsi, ma l’inizio dell’allestimento è tutto da definire. Anche perché non sarà facile ricreare, nel vasto ambiente dell’ex Pescheria, le “stanze segrete” che hanno dato nome alle mostre di Osimo e Cortina.
«Serviranno tre, quattro settimane per l’allestimento», precisa l’assessore comunale alla Cultura Giorgio Rossi, che in merito alla possibile durata della rassegna parla di quattro, cinque mesi.
A delineare una possibile data di apertura è Barbara Fornasir, architetto che Vittorio Sgarbi ha incaricato dell’allestimento. «Speriamo di riuscire a inaugurarla prima di Pasqua», dichiara, aggiungendo che al critico è piaciuta la proposta di fondo per l’allestimento stesso. «Cercherò di rendere l’atmosfera delle stanze - prosegue Fornasir - anche se quello è uno spazio moto difficile per mostre di questo tipo, sia per problemi legati alla grande quantità di luce che pervade il salone sia per l’altezza dello stesso. E c’è poi il problema di creare un percorso, di natura storica, ritagliando delle sezioni al suo interno. Il contenitore, insomma, non aiuta, pur avendo una grande visibilità».
La mostra non coinvolgerà comunque solo l’ex Pescheria ma interesserà anche altri contenitori culturali del Comune. «Nei giorni dell’inaugurazione di Eataly - ricorda Rossi - è nato un ottimo rapporto con Sgarbi. In quell’occasione l’ho portato a vedere alcuni dei nostri musei “minori”, come il Morpurgo e il Sartorio». Parallelamente alla rassegna all’ex Pescheria, questi musei diverranno delle “estensioni” della rassegna principale, dove accanto ad altre opere della collezione Cavallini-Sgarbi il Comune esporrà il meglio dei musei stessi. «Con questa rassegna e le mostre parallele negli altri contenitori - sottolinea Rossi - vogliamo rilanciare in grande l’attività museale ed espositiva».
E i costi di tutto questo? «Sono da definire», si limita a dichiarare l’assessore, precisando comunque che «è una mostra importante, quindi i costi sono impegnativi». Per sostenere un impegno non da poco, sembra di capire che si delinei una “compartecipazione” (non si sa con quali quote) fra la Fondazione che Sgarbi ha creato un anno fa e l’amministrazione comunale. E poi ci saranno gli introiti dei biglietti d’ingresso. Secondo le ipotesi fatte mesi fa dallo stesso Sgarbi, si dovrebbe trattare (il condizionale è d’obbligo) di un tagliando unico per l’ex Pescheria e i musei coinvolti.
Quanto ai contenuti della mostra, il vulcanico critico d’arte conferma che saranno esposte «circa 250 opere di scuola italiana, dal ’300 al ’900, con una particolare attenzione agli artisti triestini, da Leonor Fini a Carlo Sbisà, ad Arturo Nathan». Di quest’ultimo dovrebbero essere esposti anche i cartoni realizzati per i grandi affreschi del Museo del Risorgimento. Altre opere, mai esposte, giungeranno appositamente dalla casa della famiglia Sgarbi nel Ferrarese. «In mostra - conclude il critico - ci saranno molti classici, con un occhio particolare per il 1500-1600 e importanti autori quali Lorenzo Lotto, del Guercino e Guido Cagnacci».
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