Slitta il dibattito in aula sul Parco del mare
TRIESTE Il Parco del mare può attendere. Non ci sarà l’attesa seduta del Consiglio comunale di lunedì prossimo richiesta dal Pd. Del progetto del “Trieste Sea Park” si parlerà il 6 aprile alle 18. «Problemi tecnici» è la tesi ufficiale del rinvio indicata Marco Gabrielli, presidente del Consiglio comunale di Trieste. «Dal momento che l’ultima seduta è stata sciolta per mancanza del numero legale, la prossima deve essere convocata in seconda convocazione prevedendo che i lavori riprendano dal punto in cui sono stati interrotti» spiega Gabrielli.
Non è stato possibile inserire altri punti all’ordine del giorno, audizioni comprese. Nella riunione dei capigruppo di ieri si sono cercate soluzioni diverse, ma, dopo discussione, si è deciso di fare così. E così il dibattito sul Parco del Mare è slittato ad aprile. In realtà, secondo i soliti ben informati, si tratterebbe di un rinvio non proprio tecnico, ma un modo per prendere tempo e valutare meglio le dichiarazioni rilasciate da Massimo Paniccia, presidente di Fondazione CRTrieste, che ha lanciato una versione “dimezzata” del Parco del mare da collocare nell’area di Porto Lido in testa al Molo Fratelli Bandiera: acquario da 11 mila metri quadrati, 5,5 milioni di litri d’acqua, costo stimato di 47.7 milioni di euro. Punto fermo l’autosostenibilità economica dell’operazione già con 600mila visitatori annui.
La saga del Parco del mare dopo oltre una decina d’anni tra cinque siti proposti e discussioni infinite, sembra essere arrivata al capitolo finale. Il 6 aprile in Consiglio comunale, oltre al sindaco Roberto Dipiazza, sarà presente il presidente della Camera di commercio della Venezia Giulia Antonio Paoletti, da sempre grande promotore del progetto, assieme ai presidenti di Fondazione CRTrieste Paniccia e dell’Autorità di sistema portuale, Zeno D’Agostino.
Per la Regione è atteso l’assessore al Bilancio Francesco Peroni e ci sarà anche un rappresentante del comitato che si oppone al progetto in zona Lanterna. «Al momento le opinioni sull’opera Parco del mare - ricorda Paoletti - si basano esclusivamente sull’esposizione del concept e su un’immagine di rendering grafico». L’intesa con la Fondazione CRTrieste è totale. «La Camera di commercio - aggiunge Paoletti - ha inteso spiegare che nella realizzazione dell’opera verrà posta attenzione a non oscurare il monumento ottocentesco della Lanterna, con una struttura che non devasterà il profilo delle Rive, non sarà visibile da terra e che non graverà sull’impianto della Sacchetta. In occasione dell’audizione in Consiglio comunale i tecnici illustreranno lo studio progettuale e i suoi contenuti».
La Regione, in attesa del consiglio comunale, non intende pronunciarsi nonostante la sollecitazione arrivata dal consigliere triestino di Forza Italia Bruno Marini. «La Regione intende partecipare in maniera attiva e propositiva all’eventuale del Parco del Mare a Trieste, stanziando anche dei fondi, o nella seduta del Consiglio comunale in cui si discuterà del tema, l’assessore alle Finanze Peroni verrà a raccontarci soltanto dichiarazioni d’intento? - chiede Marini -. Valuto positivamente l’intervista di Paniccia anche perché finalmente è stata introdotta un po’ di chiarezza su un tema rispetto al quale è stato detto tutto ed il contrario di tutto, senza, però, arrivare ad alcun tipo di decisione. Parallelamente anche la seduta del Consiglio comunale dedicata al Parco del mare e richiesta dal Pd va valutata positivamente, perché è ora che non si parli di questo tema soltanto sui media, ma anche nelle sedi istituzionali».
Anche l’ex sindaco Roberto Cosolini, che ha sottoscritto con il Pd la richiesta di convocazione del Consiglio comunale, offre una valutazione positiva dell’intervista di Paniccia: «È da apprezzare questo bagno di realismo sulle dimensioni, sui costi e sulla stima di visitatori. Credo comunque che sia importante che il privato vengo coinvolto nell’investimento. Una quota dei 47,7 milioni deve essere a suo carico. Questo, inoltre, dimostrerebbe che c’è una fiducia del mercato sulla redditività dell’operazione». Resta il nodo della localizzazione. Cosolini non ha dubbi: «Continuo a credere che l’area di Porto Vecchio, dove è possibile anche edificare, resti la scelta migliore. E visto che il progetto deve essere rifatto credo si possano valutare opzioni alternative alla Lanterna».
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