Sistiana, 190mila euro per la piscina-rudere
DUINO AURISINA. Non bastasse il Patto di stabilità a congelare per il momento ogni desiderio di rilancio del popolarissimo stabilimento di Castelreggio, l'unico bagno comunale di Duino Aurisina, per il cui restyling occorrono non meno di 2,6 milioni a fronte di una disponibilità immediata di soli 560mila euro, un'altra tegola si abbatte sulla testa degli amministratori. Si tratta dell'obbligo per chi ha vinto la gara a cacciar fuori, così come stabilito dalla normativa, una cifra che bella tonda ammonta a 190mila euro per liquidare gli investimenti non completamente ammortizzati dal precedente concessionario.
Una lista scarna di beni (meno di mezza dozzina), la cui parte del leone la fa sicuramente la piscina del comprensorio: un impianto da qualche anno in completo e irrimediabile stato di abbandono, se è vero, come afferma l'assessore ai lavori pubblici Andrej Cunja, che “ce ne vorrebbero poi altrettanti per rimetterla in sesto e farla funzionare”. Ma dove troverà, il Comune, tutte queste risorse pubbliche? Soprattutto, come si chiedono in molti, ha senso spenderle, vista la crisi? L'ente vuole vederci chiaro e infatti “sta analizzando le carte per assicurarsi che i 190mila euro siano una cifra congrua”. Basta infatti fare una passeggiata sul lungomare per rendersi conto della situazione (pessima) in cui versa l'impianto. «La Regione – spiega Cunja – ha fatto un'istruttoria ed emesso un decreto nel quale viene specificata la cifra da corrispondere al precedente concessionario per gli investimenti non ammortizzati. Noi abbiamo chiesto, prima di procedere nella liquidazione della somma, di poter compiere una verifica che non è ancora ultimata e che non è in alcun modo ostativa al rilascio della concessione definitiva entro il 31 marzo. Non ho ancora visto queste carte – prosegue – e dunque non posso esprimermi, ma una verifica è doverosa trattandosi di soldi pubblici». Quanto all'impianto, si tratta di “un vascone in cui il precedente concessionario aveva posto un setto divisorio destinando la parte a monte all'attività terapeutica dei disabili e la parte a valle al gioco dei bimbi”. A quanto risulta a Cunja “il progetto, risalente a fine anni '90, era stato realizzato sempre dal privato, beneficiando in parte anche di un finanziamento regionale”. La doppia piscina era stata quindi sistemata e inaugurata. L'ex sindaco Giorgio Ret, che aveva creduto assai nella necessità di realizzare il primo bagno comunale, per evitare che tutta la costa fosse in mano a concessionari privati, interrogato tre anni fa sulla sorte degli impianti natatori non aveva avuto dubbi: «Dipendesse da me, li butterei giù subito». E difatti, all'assegnazione della gara, aveva provveduto a transennarli per evitare incidenti, ritenendoli non sicuri. Oggi il suo pensiero non si discosta di una virgola: «Rimettere le piscine a posto è una follia -dice -: costa meno abbatterle e costruirne una ex novo: all'epoca mi informai in merito. Fa molto bene l'esecutivo ad accertare la congruità della cifra – sottolinea ancora Ret – perché di questi tempi un ente rischia grosso se per caso firma o paga qualcosa più del dovuto. Per quanto mi risulta, la piscina all'epoca era stata modernizzata secondo le norme vigenti, chiaro che col passare degli anni gli obblighi di legge sono diventati più stringenti in materia di sicurezza e disabilità, dunque oggi quell'impianto, per come si trova e il lungo stato di abbandono, non sarebbe più a norma. L'auspicio è che si riesca ad avviare presto i cantieri nell'intero complesso – conclude – perché non lo reclamano solo i cittadini di Duino Aurisina, ma anche di Monfalcone, Doberdò e oltre confine».
Il bando esperito dalla direzione regionale per l’assegnazione della concessione, in mano al Comune, ha tuttavia prescritto che le destinazioni della piscina terapeutica e di quella sulla spiaggia siano mantenute fino al 2017. Insomma, una bella gatta da pelare.
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