Sissi è tornata a Miramare
Cristiana Capotondi: «Interpreto una donna ingenua e spontanea». Sono cominciate le riprese nel parco

TRIESTE. Uno dei primi ad avvistarla è un bimbo in gita scolastica: «C’è Sissi!», grida, e indica con il dito la figura esile di Cristiana Capotondi che, in abiti ottocenteschi, si aggira per il parco di Miramare ridando corpo e respiro al mito dell’Imperatrice.
Ieri nel parco del castello sono state girate alcune scene della fiction «La principessa Sissi» prodotta da Italia, Austria e Germania, che vedremo su Rai Uno e sui canali in lingua tedesca Orf e Zdf.
La scena principale da girare è l’arrivo di Sissi a Miramare dopo la morte della primogenita Sofia, insieme al marito Francesco Giuseppe (David Rott) e alla madre Ludovica (Licia Maglietta, in abito scuro e ombrellino panna).
Per colori e atmosfera, il regista Xaver Schwarzenberger sembra ispirarsi all’opera del pittore triestino Cesare Dell’Acqua che fissò su tela la visita di Sissi del 18 maggio 1861, quando vi giunse direttamente dall’isola di Madera.
L’imperatrice, come nel dipinto, arriva infatti dal mare su una barca a remi, accompagnata da una decina di marinai con uniformi alla foggia del tempo: sono un gruppo di studenti dell’Istituto Tecnico Nautico chiamati come comparse. Sullo sfondo ci sono altre tre imbarcazioni d’epoca dislocate strategicamente per coprire le boe, mentre in post-produzione sarà aggiunta in digitale la grande nave che portò l’Imperatrice nel golfo.
Le riprese sono state realizzate con l’appoggio logistico della Friuli Venezia Giulia Film Commission e la collaborazione del Wwf e della Sovrintendenza dei Beni Culturali. Per Cristiana Capotondi, delicata e dal portamento spontaneamente regale, interpretare Sissi è una gioia: «Era un personaggio irrinunciabile», commenta l’attrice mentre una costumista le veste con un meraviglioso abito grigio tagliato apposta per lei, gonna di panno a ruota e corpino.
«Solo per me ci sono quarantadue abiti nuovi, tutti splendidi». E tutti molto pesanti se si considera che, sotto, l’attrice porta anche un piccolo busto rigido, la crinolina e il sottogonna. «È faticoso indossare abiti così voluminosi. Devo sempre chiedere aiuto per fare qualsiasi cosa e per me, che ho un carattere molto indipendente, forse questa è la cosa più difficile».
La “sua” Sissi, dice ancora, «è una donna ingenua, spontanea ma al tempo stesso consapevole delle proprie responsabilità. Gli sceneggiatori Ivan Cotroneo e Monica Rametta hanno sottolineato il risvolto politico della sua vita, il ruolo che ebbe nel traghettare l’Impero Austriaco verso quello Austro-Ungarico. La scelta è stata fatta anche per non alimentare paragoni con la famosa trilogia con Romy Schneider, che era molto più basata sulla commedia. Qui, invece, il sorriso è sempre realistico».
Un personaggio simile, soprattutto in una coproduzione internazionale, è una di quelle occasioni che può far svoltare la carriera di un’attrice: «È un ruolo fisicamente e professionalmente impegnativo, per gli abiti che porto, perché ho imparato ad andare a cavallo e anche per la lingua. La mia parte è in italiano, quella degli altri attori tedeschi e austriaci è nella loro lingua madre, quindi all’inizio era difficile trovare il ritmo giusto. Anche umanamente, però, è un’esperienza straordinaria. Se mi aprirà qualche occasione nel cinema europeo sarò contenta, ma le cose si scelgono per quello che sono, non per dove ti portano».
Durante le riprese, intanto, il parco vive una mattinata di fibrillazione. Due signore triestine attendono il passaggio di Sissi-Capotondi fra i viali del parco per scattarle una foto al volo col telefonino.
Anche i nuovi “inquilini” di Miramare, gli addetti al museo del castello, guardano incuriositi la rievocazione degli Asburgo. L’atmosfera è suggestiva: nella luce vaporosa del parco sfilano soldati in uniforme, dame con vezzosi ombrellini, marinaretti in divisa d’epoca.
A colpire è soprattutto la sontuosità dei costumi, precisi anche dove la macchina da presa non arriva: il camion guardaroba dedicato a Sissi straripa di crinoline, sottogonne e corpetti. E la magia dell’Imperatrice, per un giorno, fa palpitare di nuovo Trieste.
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