Sissa, la studentessa Veronica cita Dante e si prende la scena: «L’Italia non faccia fuggire i suoi talenti»

TRIESTE «Noi inseguiamo “Virtute e canoscenza” e come Ulisse vogliamo conoscere il mondo. Sta all’Italia non farsi sfuggire i talenti che possono uscire dalla Sissa e da altre istituzioni». Con queste parole pronunciate durante la cerimonia di ieri Veronica Fantini ha raccolto un lungo applauso, anche dal Presidente Mattarella. Fantini è intervenuta a nome degli studenti. «Una grande emozione e soddisfazione», spiega.
Nata a Cesena 26 anni fa si è prima trasferita a Roma per studiare Matematica alla Sapienza e ora sta completando il dottorando alla Sissa. «Poi vorrei girare il mondo e alla fine tornare in Italia, servono però le condizioni», aggiunge ancora emozionata al termine della cerimonia ricevendo tanti complimenti dai colleghi e soprattutto dai rappresentanti delle istituzioni.
Dal pulpito aveva raccontato il “mondo Sissa”. «Un’offerta formativa importante e di prestigio che, vista la competenza e la bravura dei professori, ha convinto me e altri 300 colleghi a proseguire gli studi. È una scuola giovane, ma come ha raccontato la rivista scientifica Nature è una eccellenza in cui nei quattro anni di formazione si partecipa alla ricerca, ciascuno con un proprio progetto».
La studentessa non si è però limitata a raccontare la Sissa, ma ha voluto lanciare una richiesta al Capo dello Stato che l’ascoltava con grande attenzione: «Sarebbe auspicabile rendere snello e veloce il rinnovo dei permessi di soggiorno e le procedure per lavorare anche al di fuori del territorio nazionale. Presidente, lei ha incontrato all’estero i ricercatori italiani: il motto della Sissa è la frase di Dante Alighieri “Ma per seguir virtute e canoscenza” presa dal ventiseisimo canto dell’Inferno, il simbolo è la nave di Ulisse, due elementi che riflettono il nostro impegno. Noi siamo questi, ora sta al Paese non farsi sfuggire i talenti che possono uscire da qua e da altre istituzioni come questa».
Un messaggio forte e chiaro: «Ci serve - spiega al termine della cerimonia - che sia favorita la possibilità di ricevere studenti da tutte le parti del mondo, soprattutto dai Paesi in via di sviluppo dov’è difficile fare scienza e ricerca come in Italia e in Europa. L’altro aspetto è quello di aiutare quanti, tra noi studenti, vogliono andare all’estero perché è fondamentale la contaminazione. Ma ci piacerebbe anche poter tornare nel nostro Paese».
Girare il mondo per dedicarsi a scienza e ricerca è uno degli obiettivi della ventiseienne che si sta occupando ora di Geometria e Fisica matematica, un progetto che guarda allo studio delle equazioni che governano le deformazioni, per mettere a fuoco il legame tra le formule della fisica teorica e la geometria, arrivando a una interpretazione. «Qualcosa di molto complesso - sorride -. Mi piacerebbe ora cercare un posto da ricercatrice all’estero o qui, ancora non so con certezza. So però che in futuro mi piacerebbe restare in Italia per avere una famiglia e continuare a lavorare». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo