Sinistra italiana ricomincia da piazza Unità

«A sinistra siamo esperti di inizi e rifondazioni». E Sinistra italiana inizia dal Caffè San Marco. Il comitato promotore ha presentato ieri le tappe del percorso costituente della nuova forza politica nata dallo scioglimento di Sinistra ecologia e libertà (Sel) assieme ad alcuni fuoriusciti dal Pd e da diverse associazioni e movimenti. «Un nuovo progetto di sinistra per dare dignità al lavoro e identità sociale alle persone. Vogliamo dare vita a un partito non a un cartello elettorale» esordisce Robert Ulivi, portavoce del comitato promotore di Sinistra italiana.
All’esordio di Sinistra italiana non si fanno vedere gli esponenti di Sel rimasti attaccati al centrosinistra come la coordinatrice provinciale Sabrina Morena, il tesoriere Fabio Vallon e il consigliere regionale Giulio Lauri. Ci sono, invece, il capogruppo comunale Marino Sossi (candidato sindaco di Sì Sinistra per Trieste) e l’ex segretario della Cgil Waldy Catalano. E c’è anche Alessandro Metz, ex consigliere regionale dei Verdi. Tra i primi aderenti al comitato promotore ci sono Calogero Anzallo, Stefano Bertuzzi, Liliana Marchi, Susanna Martinuzzi e Lorenzo Tommasoni. L’obiettivo è arrivare presto a un’assemblea regionale costituente in vista del congresso fondativo di Sinistra italiana che si terrà dal 3 al 5 dicembre a Roma. I gruppi parlamentari, intanto, si sono già costituiti. «Questo progetto vuole raccogliere la delusione delle migliaia di persone che non vanno più a votare- spiega Sossi -. Quando non si sa come andare avanti meglio tornare indietro. Per questo ha fatto bene Sel a sciogliersi e a ricominciare da capo. Stiamo dando alle nuove generazioni un futuro fatto di voucher. Il patto generazionale è saltato». Una sfida impossibile? «Si è aperto un grande vuoto di rappresentanza a sinistra. Il centrosinistra è finito. Noi siamo alternativi al Pd. La sinistra è i bisogni che sceglie di rappresentare. La sinistra moderata è quella che spiega ai disoccupatti di avere pazienza» aggiunge Catalano. «La vita è fatta di inizi. E credo valga la pena di iniziare questo percorso sui diritti negati alle persone. Non ho mai capito il discorso del voto utile. Come non capisco chi dice di non andare a votare domani al referendum, ma di venire a votare dopodomani alle amministrative» spiega l’antagonista Metz. Ma per una Sinistra italiana che nasce c’è una Sinistra ecologia e libertà che vuole mollare il vecchio simbolo. «A livello nazionale stanno discutendo di vietarne l’uso nelle città sopra i 40 mila abitanti» spiega Ulivi
Quindi a Trieste non dovrebbe esserci il simbolo di Sel nel centrosinistra di Cosolini. Il simbolo di Vendola potrebbe sopravvivere solo a Muggia dove è candidata sindaco Laura Marzi. Sinistra italiana invece sosterrà la lista Si Sinistra per Trieste con Marino Sossi sindaco e Erika Cei capolista (con loro anche il deputato ex M5S Aris Prodani). «Mi spiace per Sel, ma il suo tempo è finito» spiega Sossi. Possibili apparentamenti al ballottaggio? «Non credo. Siamo alternativi al Pd» butta lì Sossi. Come dire non c’è un secondo tempo per il centrosinistra che è morto. D’ora in poi c’è solo Sinistra italiana. (fa.do.)
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