Sindaci a caccia del leader: Cosolini e Honsell in pista

Entra nel vivo la corsa alla presidenza dell’Anci in vista del congresso di ottobre. La scelta ricade sul centrosinistra che potrebbe anche riconfermare Pezzetta
Sindaci con la fascia tricolore durante un convegno
Sindaci con la fascia tricolore durante un convegno

Spuntano tre soluzioni per il dopo Pezzetta alla presidenza dell’Anci. Nell’ambiente dei sindaci si parla di Roberto Cosolini, Furio Honsell e Paolo Menis. Vale a dire Trieste, Udine e San Daniele (il Comune, a quanto pare, con più chance). Non è però nemmeno esclusa la sorpresa: Mario Pezzetta, l’uscente, non è più sindaco di Tavagnacco, ma da consigliere comunale può in ogni caso iscriversi alla corsa. A un paio di settimane dal congresso elettivo del prossimo 8 ottobre (convocato perché, appunto, Pezzetta non è più sindaco), fermo restando che la scelta ricadrà sul centrosinistra (per quanto di solito elezione e gestione dell’Anci siano bipartisan), la partita sembra essere a quattro. Con l’uscente che potrebbe risolvere la questione dichiarandosi disponibile a completare il mandato (i cinque anni scadono nel 2016) e posticipando così l’individuazione del successore.

C’è invece chi propone per un cambio della guardia e, non a caso, qualche candidato ci sarebbe già. Nei piccoli come nei grandi Comuni. C’è per esempio Cosolini che dice di essere «a disposizione». Ben sapendo che i capoluoghi, tanto meno quelli di regione, non esprimono solitamente il presidente dell’Anci. In Friuli Venezia Giulia, per esempio, non è mai accaduto. «È una cosa difficile, soprattutto perché il mio comune è molto atipico come dimensione rispetto al resto della regione», ammette il sindaco di Trieste non dimenticando inoltre che la sua è una scadenza ravvicinata (2016), «anche se conto di ripresentarmi». Ma, nello stesso tempo, Cosolini non esclude un colpo di scena: «Mai dire mai, nel caso in cui io debba essere l’unica scelta possibile. E, comunque, sono pronto a dare una mano all’associazione».

E poi, tra i papabili, ci sarebbe anche Furio Honsell, stando alle indiscrezioni. Un’ipotesi che ha anche in questo caso pro e contro. Con l’ex rettore di Udine alla guida, l’Anci avrebbe una presidenza di spessore e garantita fino al 2018. Ma si tratterebbe, come nel caso di Cosolini, di un grande Comune, forse troppo per rappresentare la molteplicità delle piccole amministrazioni della regione. La storia dell’Anci, del resto, insegna che a prevalere sono sempre stati Comuni medi. Negli ultimi anni, prima di Pezzetta, ce l’hanno fatta, oltre all’assessore goriziano Giannino Ciuffarin, Titta Metus, consigliere di Rive d’Arcano, Roberto Campaner e Luciano Del Frè (San Vito al Tagliamento), Flavio Pertoldi (Basiliano) e Gianfranco Pizzolitto (Monfalcone).

Anche per questo, sempre a livello di indiscrezioni, qualcuno spende il nome dell’ex consigliere regionale, e attuale sindaco di San Daniele, Menis. «L’Anci è un organo importantissimo – commenta il diretto interessato –, utile sostegno alle amministrazioni comunali, le più vicine al cittadino. Per quanto mi riguarda sono impegnatissimo nel mio territorio e, al momento, non so nulla di una mia eventuale investitura». Anche nel caso di San Daniele, però, c’è chi sostiene che ci sia una controindicazione. Stando sempre al passato, i sindaci evitano di eleggere un Comune sede di ospedale (San Daniele, come del resto Trieste e Udine, lo è) per evitare che ci possa essere uno squilibrio nella difesa di presidi così importanti. Tanto più in un periodo in cui la riforma sanitaria interviene proprio di questo argomento.

Non resta dunque che tornare alla soluzione forse più facile, quella transitoria che porta a Pezzetta. Un nome che probabilmente non dispiacerebbe al governo regionale e che consentirebbe di dare continuità al lavoro dell’associazione. «Pezzetta non porterebbe grandi cambiamenti nell’operatività dell’Anci – dice un collega –, ma ha senz’altro lavorato bene e potrebbe continuare a farlo ancora per un po’».

Quanto alle regole, così si legge nello statuto, la candidatura a presidente dovrà essere sottoscritta da almeno 40 soci (non sono pochi) e presentata almeno 48 prima del congresso all’ufficio protocollo Anci. In prima votazione l’obiettivo è quello della maggioranza assoluta degli aventi diritto. In seconda votazione sarà invece sufficiente la maggioranza dei votanti.

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