“Siluro” sull’aliscafo per le coste istriane
TRIESTE. Una rotta storica da tornare a percorrere via mare, ma piuttosto costosa per le casse della Regione. È quella che dal 2007, tra fine giugno e inizio settembre, collega Trieste, Pirano, Rovigno e Pola attraverso gli aliscafi della Trieste Lines.
L’effettiva «economicità» vantata sul sito della società della Ustica Lines è stata garantita dal 2007 a oggi da un sostegno pari a 8.252.512 euro, stanziato ai tempi di Illy e confermato trasversalmente dalle giunte successive, per un collegamento che ha finora trasportato un totale di 65.556 persone verso le coste slovene e croate (e viceversa).
I dati emergono dalla risposta dell’assessore Mariagrazia Santoro a un’interrogazione di Stefano Pustetto (Sel), che commenta: «La Regione ha speso una barca di soldi per incentivare gli italiani ad andare in ferie via mare. Abbiamo regalato ben 125 euro ciascuno», dice facendo la divisione tra fondi pubblici e passeggeri. Il consigliere è tagliente: «Difficile commentare un simile sperpero di soldi pubblici, anche perché non c’è nessuna intenzione di sospendere l’iniziativa».
Il servizio è stato utilizzato nel 2015 da 8.358 utenti, con oltre settemila miglia percorse e quasi trecento scali effettuati tra 26 giugno e primo settembre. Un contratto da 59 giorni effettivi di servizio, costato alle casse pubbliche 889mila euro, secondo il bando che la Trieste Lines si è aggiudicata nel 2015, dopo le gare vinte nel 2007 e nel 2010.
Danaro che ha permesso di applicare tariffe vantaggiose per chi parte da Trieste, con biglietti andata e ritorno da 16, 40,7 e 51,6 euro in collegamento rispettivamente con Pirano, Rovigno e Pola. I costi per la Regione sono stati molto più bassi solo nel 2014, quando 690mila euro su 800mila sono stati coperti con i fondi europei del progetto “Ea Sea Way”.
La storia più remota del servizio riporta al 2008, quando il traghetto cominciava ad aprile e finiva a fine settembre, trasportando 8.543 passeggeri per una spesa di quasi 1,4 milioni. Le somme sono andate diminuendo negli anni, dal milione del 2009 ai 600mila euro del 2013, per poi tornare ad alzarsi nell’ultimo biennio. Discontinuo anche il livello di fruizione: dai quasi 11mila passeggeri del 2009 ai 3.413 del 2011, fino ai circa seimila del 2012, quando l’attrattività della linea è tornata a crescere.
Santoro difende l’iniziativa: «Il servizio è affidato attraverso procedura di evidenza pubblica e con esso si viene a colmare la totale mancanza di trasporti via mare nell’area interessata, in quanto il settore economico di riferimento non è remunerativo per le imprese».
L’assessore sottolinea che «le cittadine istriane collegate sono anche insediamento delle comunità italiane, cui si garantisce la continuità territoriale con un servizio dal valore storico- simbolico molto forte, in qualche modo simile al tram di Opicina, che certo non è un mezzo di trasporto remunerativo».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo