Siglata l’alleanza pro tribunale
GORIZIA L’Isontino si schiera in difesa del Tribunale fallimentare. Da Gorizia è pronta infatti a partire alla volta di Roma, per finire sulla scrivania del Ministro della Giustizia Andrea Orlando, una lettera nella quale si legge chiaramente che l’obiettivo comune è «erigere un fronte compatto contro l’accorpamento del Tribunale fallimentare di Gorizia a Udine e contro l’inevitabile depauperamento che da tale scelta deriverebbe alla comunità goriziana e isontina».
Il documento, predisposto dal sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna ma aperto ai contributi di tutti, è stato presentato per essere anche eventualmente modificato e integrato, ieri pomeriggio nel corso del vertice convocato in Municipio, al quale hanno preso parte diversi sindaci, consiglieri comunali e regionali, ma anche tra i tanti l’onorevole Giorgio Brandolin e la senatrice Laura Fasiolo, l’assessore regionale Sara Vito e il vicepresidente della Camera di Commercio Venezia Giulia Gianluca Madriz. Soprattutto, poi, c’era chi il Tribunale di Gorizia lo guida, il presidente Giovanni Sansone, assieme al capo della Procura della Repubblica Massimo Lia. E non a caso nella bozza della lettera da inviare ad Orlando, Ziberna, esprimendo «profonda preoccupazione» per l’accorpamento a Udine definito «l’ennesimo tentativo di spogliare Gorizia e il territorio di un servizio fondamentale», ha precisato di non essere solo nella sua battaglia, ma accompagnato dalle principali espressioni istituzionali e sociali dell’Isontino. Ancora, nel documento discusso ieri si ricorda il ruolo fondamentale delle Cciaa, con i loro nuovi compiti in fase pre-fallimentare.
«Anche in quest’ottica – si legge – risulta del tutto incomprensibile e priva di senso logico la scelta di accorpare il Tribunale fallimentare di Gorizia ad altri tribunali, di Udine o Trieste che siano, essendo invece essenziale la profonda conoscenza del territorio e del tessuto economico di riferimento, così da prevenire le crisi di impresa: un fine, questo, che la legge prevede come principio ispiratore delle proprie scelte».
Ziberna parla di “pericolosa miopia” di Roma nelle sue scelte, e ieri non ha nascosto i suoi timori anche per gli sviluppi del percorso che potrebbe portare nell’area del Gect Go la Zona economica speciale europea, visto che un Tribunale depotenziato rischierebbe di penalizzare la candidatura goriziana. Nella lettera, infine, è presente anche l’invito al Ministro Orlando a non dimenticare (e quindi a sostenere) l’importante progetto di ampliamento della Casa circondariale di via Barzellini negli spazi dell’ex scuola “Pitteri”.
Da parte del presidente del Tribunale Sansone è arrivato un apprezzamento all’iniziativa, «che segna la consapevolezza dell’importanza di avere un ufficio giudiziario che funzioni sul territorio», oltre alla considerazione che a proposito del Tribunale «serva un gioco di squadra, ed a farlo devono essere tutte le componenti dell’Isontino, anche quella politica». Il procuratore capo Lia – precisando che per il suo ruolo non potrà comunque sottoscrivere alcun tipo di documento – ha invece allargato lo sguardo, spiegando che «il vizio d’origine è la mancata estensione del territorio di competenza del Tribunale di Gorizia anche a Palmanova e Cervignano, che avrebbe reso quello isontino un Tribunale di medie e non più piccole dimensioni».
«Se questa condizione non cambierà – ha concluso Lia –, al di là dell’esito della vicenda della sezione fallimentare difficilmente in futuro si potrà evitare il trasferimento di questa o di altre funzioni a tribunali di maggiori dimensioni, perché questa è la tendenza generale». Anche per questo, tra gli obiettivi dell’iniziativa congiunta promossa ieri, c’è anche quello di rilanciare la battaglia per l’ampliamento del territorio di competenza del Tribunale di Gorizia. In ogni caso a Roma il Ministro della Giustizia Orlando non sarà colto di sorpresa dal documento che arriverà dall’Isontino. L’onorevole Giorgio Brandolin – lo ha fatto sapere lui stesso ieri – ha già contattato Orlando nelle scorse ore, sensibilizzandolo sulla questione e auspicando una disponibilità al dialogo del Governo. «Quantomeno – ha detto Brandolin –, per evitare la scelta illogica di preferire l’accorpamento con Udine piuttosto che con Trieste».
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