Sigilli del pm alle roulotte, nomadi via dall’area Ezit

Blitz della polizia in via Pietraferrata: agli otto “residenti” sfollati è stato offerto di dormire al Teresiano ma hanno preferito intanto farsi aiutare da alcuni parenti
Il campo nomadi in via Pietraferrata
Il campo nomadi in via Pietraferrata

Sequestro di due roulotte e di una casa mobile di alcune famiglie nomadi. Lo ha disposto il pm Federico Frezza ipotizzando il reato di occupazione di suolo pubblico.

Il blitz della polizia è scattato ieri verso le 8 nell’area di proprietà dell’Ezit in via Pietraferrata 50. Sono stati impegnati una decina di agenti del commissariato di San Sabba. I poliziotti hanno addirittura circondato e isolato la zona nel timore che si potessero verificare problemi di ordine pubblico, poi hanno controllato camper e roulotte che fanno riferimento alla famiglia di Stefano Levacovich. In tutto otto persone.

Il provvedimento del magistrato fa seguito a una dettagliata denuncia dell’Ezit, l’Ente zona industriale che è proprietario dell’area. Ma anche alle informative della polizia dopo svariati sopralluoghi effettuati nelle scorse settimane. L’ordine del pm Frezza è anche riferito alla verifica di eventuali allacciamenti abusivi alla rete idrica ed elettrica. Nel corso della perquisizione sono stati posti i sigilli alle porte delle roulotte e della casa mobile.

Il gruppo si trovava nel campo di via Pietraferrata da molto tempo e, a quanto riferito, a nulla erano valsi gli inviti da parte della direzione dell’Ezit a liberare la zona. La situazione del campo, però, in un decennio non è cambiata di una virgola: «Il Comune ci aveva promesso di portare in questo territorio che è di competenza dell’Ezit - dice un’abitante - acqua, luce e gas. Ma sono rimaste parole al vento». Non solo. I sinti in passato sono sempre usciti vittoriosi dai processi penali intentati loro con l’accusa di aver occupato abusivamente quella zona. Una condanna pronunciata in primo grado dal giudice Paolo Vascotto era stata annullata dai magistrati della Corte d’Appello.

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Si è saputo che agli otto nomadi è stato offerto un posto da dormire nella struttura di accoglienza del Teresiano. Ma, da quanto appreso, i famigliari di Stefano Levacovich hanno preferito essere ospitati da alcuni parenti. Si sono rivolti all’avvocato Sergio Mameli.

Poche settimane fa c’era stata un’analoga operazione al Ferdinandeo. In quell’occasione la polizia aveva ordinato lo sgombero al gruppo di rom composto in totale da una ventina di persone tra cui cui nove minorenni. Poi il gruppo di nomadi si era sistemato nel pressi del parco Farneto con tre camper, una roulotte e due automobili. Campeggiavano con qualche sedia e un tavolino. La loro presenza era stata subito notata dai residenti che avevano allertato le forze dell’ordine. Ai capi famiglia era stato disposto l’abbandono dell’area, in cui non è possibile bivaccare, mentre a un’altra persona era stato poi notificato il procedimento amministrativo di divieto di ritorno nel territorio comunale.

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