Sigilli a Resort e magazzino, la Procura accelera l’indagine

Il procuratore De Nicolo pronto a concludere l’attività sul “Marina Azzurra” e sul deposito del ristorante Al Cason: «Gli indagati non devono attendere»

Lignano, il cantiere sequestrato visto dall'alto

Lignano. «Chiudere l’indagine il prima possibile». A questo punta la Procura di Udine, ora che i sequestri preventivi disposti dal gip sono stati eseguiti. «Abbiamo chiesto la misura quando ritenevamo di avere acquisito elementi sufficientemente sicuri. Siamo pronti a concludere l’attività», ha detto il procuratore capo Antonio De Nicolo all’indomani del blitz con cui i carabinieri del Nas hanno sigillato il “Marina Azzurra Resort” e un magazzino del ristorante “Al Cason”, lungo la sponda sinistra del fiume Tagliamento, in località Riviera, a Lignano Sabbiadoro.

Abuso d'ufficio, falso ideologico e violazione delle norme: sigilli al cantiere Marina Azzurra

Entrambi ritenuti opere abusive, costruite sulla base di permessi concessi in violazione delle norme urbanistiche e del piano di assetto idrogeologico. Tempi rapidi, quindi, come quelli annunciati dalle difese, decise a recuperare velocemente i beni in sequestro. E se l’operazione è scattata alla vigilia dell’inaugurazione della stagione estiva - la prima per l’esclusivo villaggio turistico da 40 milioni di euro, il 25 maggio -, il procuratore sottolinea come «ci si stia muovendo in fretta, anche nell’interesse degli indagati: è giusto – ha detto – che, dopo il sequestro, non attendano a lungo per vedere decisa la loro posizione». Il resto è scritto nelle carte, che gli studi legali in campo per assisterli e preparare le rispettive istanze al tribunale del riesame, hanno iniziato a studiare.

Lignano, sequestrato il cantiere del Marina Azzurra resort: notificati i primi avvisi di garanzia


Per quanto scollegate, le due vicende trovano un minimo comun denominatore nella figura del dirigente dell’Area tecnica del Comune di Lignano: all’architetto Paolo Giuseppe Lusin, 55 anni, di Pieris, sono contestate due ipotesi di abuso d’ufficio, per avere «avocato a sè le due pratiche» e rilasciato il via libera, nonostante i pareri negativi dei professionisti e colleghi che le avevano istruite. Devono rispondere di violazione delle normative urbanistiche, in concorso con il dirigente, invece, gli imprenditori Giorgio Ardito, 52, presidente di “Lignano Pineta spa” proprietaria dell’edificio che ospita il Cason, e i veneti (tutti residenti a San Michele al Tagliamento) Angelo Basso, 53, titolare di “Europa group srl”, la società di Latisana cui Lusin concesse il permesso a costruire il resort, e Laura Barel, 73, e Marco Frattolin, 49, legali rappresentanti di ”Adriacos srl” di Latisana, che lo ha realizzato. Un’ipotesi di falso ideologico, infine, è contestata al geometra Massimo Sandri, 55, di Lignano, per la “Relazione tecnica di asseverazione” depositata in Comune a corredo dell’istanza di rilascio del permesso all’ampliamento chiesto da Ardito.

Il Marina Azzurra sotto sequestro prima dell’apertura. Raffica di indagati
Udine 23 Settembre 2013. L'aula del tribunale che ospita il processo dell' omicidio Burgato. Telefoto copyright Petrussi Foto Press /Diego Petrussi

Il «verosimile progressivo incremento» di ospiti e lavoratori in vista «dell’imminente inizio della stagione estiva», e, quindi, l’«aumento del carico urbanistico, la conseguente alterazione dell’assetto del territorio derivante dalla presenza umana e dall’esercizio delle relative attività» e «la sussistenza di situazioni di elevato rischio per l’incolumità pubblica e per l’ambiente», è il passaggio del provvedimento del gip Daniele Barnaba Faleschini che spiega l’imposizione del sequestro del resort e delle 67 house boat. Troppo vicine all’acqua, considerato anche quel che avvenne lo scorso 30 ottobre, con la piena del Tagliamento. I carabinieri del Nas erano là, a documentare l’acqua che saliva, nella darsena che, tra una settimana, avrebbe visto approdare i primi turisti. Il giudice parla di «attuale e indifferibile esigenza di impedire che la libera disponibilità delle opere abusivamente realizzate possa aggravare le conseguenze dei reati». E concede l’unica misura cautelare reale in grado di evitare il peggio. Come chiesto dal procuratore aggiunto Claudia Danelon.—


 

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