«Sicuro, orribile, scomodo». Il tormentone corso Italia spinge al voto i goriziani

Dalla mamma che vede i bimbi più tutelati dalle auto al nonno che loda lo spazio riservato ai pedoni e il limite di 30 chilometri orari. Ma c’è chi non accetta e chiede subito dei correttivi 
Corso Italia è al cento di un grande dibattito tra i goriziani
Corso Italia è al cento di un grande dibattito tra i goriziani

GORIZIA. I lettori de IL PICCOLO si presentano con il proprio tagliando, debitamente segnato, e tanta voglia di dire la loro.

Ma, spesso, anche con altri due, tre o quattro coupon in mano, quelli dei propri cari o quelli di amici che hanno affidato il proprio voto da inserire nell’urna improvvisata (e già traboccante) allestita in redazione in corso Italia 74. Come Gianfranca Culiat, ad esempio, che aveva con sé altre due schede, oltre alla sua.

Continua senza sosta l’afflusso dei pareri di goriziani e lettori del nostro giornale sul destino di corso Italia, attraverso il sondaggio promosso dal nostro giornale. C’è anche chi non si esprime a parole, consegna il foglietto ritagliato dal giornale e se ne va, ma in tanti invece approfittano per uno sfogo o un suggerimento indirizzato, indirettamente, all’amministrazione comunale.

E le posizioni sono piuttosto variegate. C’è chi come Fulvia Fabbro – ma con il suo arriva anche il coupon dell’amica Rosa Franco – vorrebbe tornare alle vecchie abitudini: «Avevamo un corso bellissimo e ampio, che oggi invece offre un’immagine deprimente – spiega –. Per questo sono contraria al senso unico, e personalmente tornerei al doppio senso di marcia con le ciclabili sistemate lungo i controviali, dove i tavolini dei bar potrebbero magari occupare maggiore spazio in larghezza ma lasciando libero il passaggio per le bici».

Esattamente la stessa idea del giovanissimo Marco, che arriva in redazione per portare anche i voti di mamma e papà: «Così il corso ci sembra molto scomodo – spiega –: meglio tornare al doppio senso, con lo spazio per le bici ricavato lungo i controviali».

Il senso unico è «orribile», invece, per Anna Kavcic, che ritiene la rivoluzione della viabilità lungo la principale arteria cittadina «una cosa che non serviva», e pensa soprattutto ai disagi per le categorie più fragili della popolazione.

«Al di là che sistemato in questo modo il traffico risulta più scomodo, ora non possono più passare in corso tutte le linee degli autobus, e anche gli stalli riservati alle persone disabili sono studiati male», dice la signora Anna.

Alle esigenze degli anziani fa cenno pure Bruno Polimeni, storico volto della biblioteca cittadina. «Penso a chi vive nelle laterali del corso o nelle vie limitrofe, agli anziani che non hanno grandi facilità di spostamento e che magari si appoggiavano al trasporto pubblico – dice –. Ora le fermate degli autobus sono molto più lontane e scomode da raggiungere».

Non mancano però i favorevoli, coloro che sposano con entusiasmo la novità, pur proponendo qualche miglioria. Tra questi Ermes Luisa: «Il senso unico va bene, è una modifica che mi trova d’accordo – dice –. Proporrei però di eliminare una delle due file di parcheggi sui lati, in modo da ampliare la carreggiata, attualmente un po’ troppo stretta».

«Io dico che prima di criticare bisogna provare le cose, e prendersi il tempo per valutarle bene – commenta poi Wolfango Bottai, subito dopo aver infilato nell’urna il suo tagliando –. L’unica criticità da risolvere mi pare la seconda fila di stalli per le automobili, che va eliminata. Per il resto vedo solo aspetti positivi: da ciclista sono felice ci siano le piste ciclabili riparate, da nonno e pedone finalmente vedo i controviali più sicuri per chi cammina, e il limite a 30 km orari aumenterà la sicurezza anche in strada».

Ciclista convinta, oltre che mamma, è pure Roberta Trampus, che infatti osserva: «Sono contentissima della pista ciclabile, perché sono una mamma e non vorrei che aprendo le portiere gli automobilisti facessero cadere i bambini. Spero anzi che la rete di ciclabili si estenda in futuro».
 

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