Sicurezza, Trieste come Scampia? Padulano: dati dell’indagine ridicoli

Trieste come Scampia o come la Chicago Anni Trenta? Secondo l'indagine del "Sole 24 ore", il triestino quando al mattino esce di casa deve farsi il segno della croce. Gli può capitare di non trovare più l'auto sotto casa, di vedersi sfilare il portafogli da uno scippatore durante le ricerche o di venire sfiorato da una pallottola vagante sparata da un'auto in corsa durante un conflitto a fuoco tra due cartelli della droga rivali. Una volta rientrato spaventato nella propria abitazione gli può anche capitare di trovare l’appartamento svaligiato e la badante che accudiva il nonno sgozzata e stuprata. Immagini da film pulp che potrebbero portare la firma di Quentin Tarantino vicine alle cifre del “Sole” ma non alla realtà. Di fronte all’84° posto in fatto di ordine pubblico (perse 52 posizioni in un anno), il questore Giuseppe Padulano non è svenuto né è diventato scuro in volto come quando il sindacato di polizia sostiene che le macchine della Polizia restano per strada senza benzina. Niente di tutto questo. Anzi, l'ha presa con filosofia, un’indagine che per lui è pura fantascienza. «Stamattina al bar, quando sono andato a prendere il caffè, qualche cittadino mi ha chiesto ragione di questo pessimo posto in classifica. Ho cercato di fare una breve analisi sulla situazione a Trieste, ma è già assurdo che io mi debba giustificare davanti a dei dati fuorvianti...» afferma.
Ma dica la verità questore, si sentiva più sicuro quando usciva di casa in Colombia che a Trieste...
«Lasciamo perdere la Colombia dove ti rapinano praticamente a ogni semaforo. Tutto ciò è ridicolo. È la solita storia, non mi sono mai lasciato abbagliare quando i dati dipingevano la città come un paradiso e non mi lascio influenzare neanche adesso da questa statistica particolare, basata su criteri e parametri discutibili e differenziati che ci mette dietro a città che devono fare i conti con la criminalità organizzata. Dati che non vanno presi sul serio».
Adesso rischia di ricevere una chiamata dal capo della Polizia Pansa. Della serie a Trieste tutto bene?
«E già, già» dice stando al gioco. «La verità è che qui la gente ha un buon rapporto, molto diretto, con le forze dell’ordine a cui si rivolge per qualsiasi problema e quindi riceviamo molte denunce, anche per fatti di poco conto».
Tipo?
«Farò un esempio. A Trieste sembra ci sia un aumento spropositato di borseggi. Ma quanti sono i veri borseggi e quante invece sono le persone anziane che hanno solo perso i documenti? Risulta anche che abbiamo un'impennata del 200% delle frodi informatiche per reati che in verità sono stati accertati qui ma commessi altrove. E le rapine? Quelle vere, nelle banche, sono rare. Parliamo invece di rapine improprie nei supermercati dove hanno preso un pacco di biscotti».
E con le estorsioni come la mettiamo?
«Ma vi pare che qui ci siano bande che chiedono il pizzo? Non esiste il fenomeno. Sì, ci sono ma è un’altra storia. È gente che chiede denaro per altre ragioni, che va a reclamare qualcosa. Tuttavia ci hanno messo sullo stesso piano di città dove la criminalità organizzata la fa da padrona. E sa perché succede questo?».
Prego, ce lo dica...
«In una città che ha un numero di abitanti non molto alto, se gli omicidi da un anno all’altro da due diventano tre si crea un coefficiente penalizzante che non fotografa assolutamente la realtà. È solo un’esercitazione accademica per cui non vale la pena di prendersela. Basta uscire la sera per rendersi conto che qui il grado di sicurezza è molto buono».
Tuttavia a Trieste è aumentata la microcriminalità, forse anche perché siamo una città di frontiera...
«Effettivamente il confine porta un certo nomadismo criminale. Sono arrivate bande specializzate in furti ma la risposta della polizia è stata efficace, li abbiamo quasi tutti presi».
E la crisi, questa povertà ormai dilagante, quanto ha fatto alzare il numero di piccoli reati?
«Un aumento c’è stato ma non è una situazione allarmante. Registriamo qualche taccheggio e piccoli furti nei supermercati di gente che ha fame».
Resta il danno d’immagine di una città, secondo quest’indagine, di malavitosi...
«Non è certo una buona pubblicità, ma ripeto: sono dati ridicoli, non veritieri».
Per far calare la criminalità non resta che catturare il rapinatore con l’accetta...
«Ci siamo quasi, lunedì a Valmaura non lo abbiamo preso per un soffio. Ci stiamo lavorando, siamo sulla pista giusta ma ovviamente non è un professionista».
Adesso non ci resta che aspettare che arrivi Roberto Saviano a raccontare di questa Gomorra tutta triestina. O forse non verrà. Solo un colpo di “Sole” fuori stagione.
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