Siagri: per crescere serve più innovazione e bisogna ringiovanire la classe imprenditoriale

Parla l’ex numero uno del gruppo Eurotech e guru tecnologico. «Ci vorranno due anni per tornare ai livelli pre coronavirus»
Piercarlo Fiumanò

TRIESTE. Per Roberto Siagri, ex numero uno di Eurotech e guru tecnologico, il nuovo governo Draghi ha il profilo giusto per consentire all’Italia di recuperare un divario drammatico sul fronte delle infrastrutture tecnologiche.

Siagri, come legge le stime di crescita del Draghi con un Pil oltre al 5%?

Non ci sono dubbi. Veniamo da un anno molto difficile. Tuttavia serviranno due anni per tornare ai livelli pre-pandemia. Va considerato che l’Italia da anni cresce meno del resto d’Europa.

E in Friuli Venezia Giulia?

La regione è allineata all’andamento economico nazionale grazie anche alla ripresa dell’export e del porto di Trieste.

Che cosa abbiamo imparato da questa crisi?

Abbiamo recuperato risorse insperate. La pandemia ha accelerato un cambiamento già in atto. La corsa al digitale sta accelerando la ripresa ma bisogna investire nella creazione di nuove imprese. Il paesaggio industriale italiano deve cambiare anche grazie a un processo di ringiovanimento della classe nostra imprenditoriale. Solo puntando sulle nuove generazioni potremo cambiare la nostra visione del mondo.

Nel Pnnr 40,9 miliardi saranno destinati alla rivoluzione digitale. Quale peso avranno il digitale le telecomunicazioni con banda ultralarga e connessioni veloci?

La transizione verso la tecnologia 5G rappresenta un cambiamento epocale per velocizzare le comunicazioni e la digitalizzazione. Ma bisogna capire come distribuire queste risorse e agire con velocità di esecuzione. Draghi sa bene che il digitale è uno strumento indispensabile per lo sviluppo del Paese nell’industria, nella scuola, nella sanità, nella pubblica amministrazione. Mi preoccupa però che l’Italia non riesca a colmare il divario competitivo che può derivare dalla bassa natalità e dalle poche risorse investite sui giovani e nel rinnovamento del sistema industriale.

Durante la tappa scientifica del G20 si è svolta la prima dimostrazione pubblica di una comunicazione quantistica internazionale fra tre stati Italia, Slovenia e Croazia grazie alla fibra ottica. Lei è stato un precursore in questo. Come sarà l’economia del futuro?

Siamo immersi in una fase di grande cambiamento tecnologico. La realizzazione di un computer quantistico con caratteristiche di riproducibilità su scala industriale è un'opportunità da non perdere. In regione abbiamo eccellenze, come Sissa, Ictp e due atenei. Penso anche al Sincrotrone. Sfruttiamo queste infrastrutture tecnologiche per dare vita a nuove startup.

Quali sono i problemi del Fvg?

Questa regione spesso non riesce a connettere la ricerca con il sistema industriale. Tuttavia l'Italia e soprattutto il Fvg hanno tutte le carte in regola per affrontare la sfida. Il problema è quello di attrarre capitali per entrare nella nuova economia digitale.

Nel piano transizione 4.0 ci sono crediti d’imposta per le imprese che investono in beni capitali, attività di formazione e digitalizzazione...

Bisogna investire nel digitale se si vuole promuovere un’economia green e sostenibile. Se riusciamo a trasformare le risorse del Recovery Fund in reali investimenti riusciremo a portare a termine il processo di modernizzazione del Paese. Ad esempio la transizione verso la tecnologia 5G sarà un cambiamento epocale per velocizzare le comunicazioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Argomenti:industria

Riproduzione riservata © Il Piccolo