Sì tecnico al rigassificatore di Zaule: ultima parola alla politica

Roma certifica il rispetto di tutte le prescrizioni da parte di Gas Natural. Ora la palla passa alle istituzioni che, a livello locale, hanno già ribadito l’altolà
L'area in cui dovrebbe sorgere il rigassificatore di Zaule
L'area in cui dovrebbe sorgere il rigassificatore di Zaule

TRIESTE «Non vi è più alcuna possibilità di opposizione tecnica al rigassificatore di Zaule. Ora può essere fermato solo se viene ritenuto incompatibile con le strategie di sviluppo della città». L’ammissione è dell’assessore comunale all’Ambiente Umberto Laureni agli ultimi giorni del suo mandato, dopo che in sordina il governo ha fatto fare all’impianto un altro passo in avanti, l’ultimo dal punto di vista ambientale. Ciò sebbene recentemente la governatrice Debora Serracchiani ha ribadito il no del territorio allo stesso ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda.

 

Nuovo "no" della Regione al rigassificatore
Uno dei rendering del rigassificatore

 

Il ministero dell’Ambiente, acquisito il parere della Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via-Vas, ha infatti emesso il decreto in cui si ritengono ottemperate da parte della società proponente, Gas Natural, una serie di prescrizioni che erano annesse al Decreto favorevole di compatibilità ambientale emesso il 17 luglio 2009 allorché era ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. «Già domani (oggi, ndr.) vedrò le associazioni ambientaliste - annuncia Laureni - e per lunedì ho fissato un incontro con gli assessori all’Ambiente di Regione, Provincia e Comuni di Muggia e San Dorligo della Valle oltre all’Autorità portuale poiché formalmente per il rigassificatore manca ora soltanto l’Autorizzazione unica da parte del ministero per lo Sviluppo economico».

Nel decreto si rileva che per quanto riguarda la prescrizione A2, «il procedimento di Via del gasdotto di collegamento del terminale di rigassificazione si è favorevolmente definito e la relativa formale conclusione è attesa a breve», che «a tale riguardo sono stati emessi i pareri di Via del metanodotto sottomarino Trieste-Grado-Villesse favorevoli con prescrizioni, relativo alle opere di allaccio del rigassificatore alla rete nazionale dei metanodotti, ma non il decreto ministeriale». Si specifica anche che «in sede di Conferenza dei servizi conclusiva ai fini del rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione ed esercizio dell’impianto verrà verificata: la reale potenzialità di trasporto sulla rete nazionale del gas metano prodotto dall’impianto nonché la positiva conclusione della procedura di Via del metanodotto di collegamento alla rete nazionale gas».

 

Roma congela il via libera al rigassificatore
27/01/2015 Roma, nove parlamentari del Movimento 5 Stelle annunciano l'uscita dal gruppo parlamentare. Nella foto Tancredi Turco, Samuele Segoni, Aris Prodani

 

Dal documento emergono anche sinergìe con lo stabilimento di Servola e in particolare si apprende che la prescrizione A6 prevedeva l’obbligo di «un progetto di integrazione industriale con la vicina centrale Elettra di Servola per un più efficiente e meno impattante uso delle frigorie e di antifouling prodotti in seguito al processo di rigassificazione». Di conseguenza il progetto di interconnessione ha previsto «come presupposto l’utilizzo dell’acqua fredda proveniente dagli Orv del terminale Gnl per il condensatore dell’unità di cogenerazione», mentre «per portare l’acqua di mare da un impianto all’altro è previsto un sistema di pompaggio che, a pieno carico degli impianti, garantisce un quantità di 21mila metricubi all’ora». Viene anche considerato valido il progetto che per quanto riguarda il sistema di scarico a mare dell’acqua dei vaporizzatori prevede una tubazione completamente interrata fino a quota -12,5 metri, poi parzialmente interrata fino a quota -15,5 metri con un terminale di diffusione composto da tre bocche, mentre «i contenuti tecnici dimostrano come il previsto diffusore sia capace di distribuire la forza del getto dello scarico a mare delle acque di vaporizzazione in modo che la velocità sul fondo sia inferiore a 0,5 metri al secondo».

Viene definita soddisfatta anche la prescrizione per la dotazione di un sistema «di videosorveglianza coadiuvato e coordinato al locale sistema integrato per il controllo del traffico marittimo e per le emergenze in mare quale sistema di controllo per rendere ancora più sicuro il traffico delle metaniere». Si prevede infine che i vapori di Gnl prodotti durante le operazioni di carico e scarico di una nave metaniera e definiti Bog (Boil off gas) vengano «recuperati per evitarne l’emissione in atmosfera immettendoli in rete assieme al Gnl rigassificato» e che l’energia elettrica necessaria venga prodotta da un impianto fotovoltaico.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo