«Si scelga il presidente Sdag in base ai meriti»

L’invito del Movimento cinque stelle di Gorizia ad individuare i vertici dell’autoporto sulla base dei curriculum. Botteghi: «Basta con il criterio di accontentare gli amici degli amici. Si valutino le capacità dei professionisti»
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia Camionisti in Autoporto di notte
Bumbaca Gorizia Camionisti in Autoporto di notte

Giorgio Milocco si dimette. La Sdag rimane senza guida. Come sostituirlo? E soprattutto: con chi sostituirlo? Il Movimento cinque stelle non ha dubbi. «La scelta - scandisce chiaramente la capogruppo in consiglio comunale Manuela Botteghi - non può essere fatta sulla base dell’appartenenza politica, ma sulla scorta di un curriculum». Quindi, stop alle vecchie logiche per cui la guida degli enti deve essere affidata, per forza di cose, a persone vicine ai partiti. «Basta con gli amici degli amici. La Sdag è un ente importante, gestisce l’autoporto di Gorizia e ci vogliono persone che conoscono gli argomenti, le priorità, le possibilità di sviluppo della struttura».

Del resto, non è nemmeno una novità assoluta in casa grillina. Il Movimento cinque stelle ha già cercato gli assistenti parlamentari on-line, scegliendo i collaboratori di deputati e senatori dopo aver vagliato i curricula da spedire sull’email del Movimento. Lo stesso sindaco di Parma Federico Pizzarotti ha introdotto il sistema degli assessori scelti “per curriculum”.

Ritiene «perseguibile» tale ipotesi pure il consigliere comunale del Pd, Oliviero Furlan. «Mi sembra una buona idea. Il Comune - sottolinea - deve essere capace di individuare una persona in grado di creare le condizioni di un rilancio effettivo della società di gestione dell’autoporto. A suo tempo, c’erano state anche ipotesi della possibilità di cessione a multinazionali estere con il mantenimento del livello occupazionale: forse, quel progetto potrebbe essere riesumato».

La realtà odierna della Sdag non è facile. I transiti sono in diminuzione e si sta assistendo a un drastico calo dei ticket. «Chissà che con la realizzazione della terza corsia le cose non possano cambiare... Quello che più ci inquieta è che siamo sempre fermi al dibattito di 15, 20 anni fa: come facciamo a fermare il traffico? Che fare per rilanciare la Sdag? Credo proprio sia auspicabile dare vita a serio un dibattito sul futuro dell’autoporto. Un tempo, era costume che i presidenti delle società partecipate del Comune venissero in aula a relazionare sul loro operato ma pare proprio che quest’usanza sia stata abbandonata».

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