Si scatta un selfie in mezzo ai “nemici” e viene picchiato

Protagonista un attivista di destra. «Una provocazione» secondo gli antagonisti. «Un’aggressione» per Di Bortolo
Di Roberto Covaz

Una provocazione secondo gli antifascisti; un’aggressione secondo CasaPound. Nel mezzo la verità della ricostruzione dell’episodio proposta dalle forze dell’ordine. Alle 18.30 due appartenenti a CasaPound si materializzano in piazza Municipio; uno indossa una maglia color verde militare, l’altro una polo nera. Sono due giovani, uno di Verona, l’altro di Udine. Quest’ultimo, maglia verde, pensa bene di scattarsi un selfie per testimoniare, forse, il “coraggio” di essere nel mezzo dei nemici. Viene riconosciuto però da un antifascista anch’esso di Udine. I due infiltrati scappano verso il Tribunale inseguiti da una trentina di attivisti di sinistra. Interviene la polizia su due fronti: proteggere i fuggitivi, arginare gli antifascisti mossisi in massa anch’essi verso il Tribunale. La polizia si schiera serrando gli effettivi protetti dagli scudi. Avviene il contatto fisico tra le parti. Lo scontro dura però solo alcuni minuti. Torna la calma, leggera ferita al dito di una mano di un funzionario di polizia. Dagli antagonisti raffica di insulti all’indirizzo delle forze dell’ordine. Negli organizzatori del corteo antagonista prevale l’intelligenza e le acque si placano. A 200 metri di distanza intanto i circa 200-250 manifestanti di CasaPound festeggiano l’inaugurazione della sede goriziana, posta al civico 3/A di via Mazzini. La strada è blindata dalle forze dell’ordine. Musica sparata a tutto volume, bibite e salatini. Tutto apparentemente tranquillo. Si ignora quanto sta avvenendo in piazza Municipio.

Verso le 19 una decina di attivisti di CasaPound lascia il luogo della festa e si dirige al parco Baiamonti. Viene avvisata la polizia che giunge sul posto con due volanti, due cellulari e due auto civetta. Al parco Baiamonti ha riparato l’attivista picchiato, che ha riportato una ferita alla testa, sopra l’orecchio destro. Ha perso sangue ma le sue condizioni non destano preoccupazione.

Avviene un conciliabolo pacifico tra agenti e attivisti di Cp. Alla fine del colloquio ciascuno per la sua strada. Non ci saranno conseguenze giudiziarie.

I vertici di CasaPound sono irritati dall’episodio. Il responsabile nazionale Gianluca Iannone minimizza, quello regionale Nicola Di Bortolo dichiara: «A me risulta che i nostri siano stati aggrediti dagli antifascisti. Sono arrivati tardi, si sono persi, hanno sbagliato la zona dove parcheggiare e si sono trovati in mezzo agli antagonisti». Per il giovane udinese quella di ieri sarebbe stata una giornata nera, è il caso di dire: litigio con la fidanzata e qualche birra in più. Le ha prese di santa ragione ma poteva andare peggio. Dovrebbe ringraziare le forze dell’ordine.

Prima dello scontro l’inaugurazione della sede di CasaPound. Da Iannone pesanti accuse a Renzi, Boldrini e Kyenge sull’immigrazione, dedica agli antagonisti («quattro mafiosetti del cavolo che creano clima di tensione ad arte»), illustrazione delle finalità della sedi di Gorizia («impegno volontario per migliorare questa Italia. In politica siamo gli unici a dare senza nulla chiedere»).

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