Si ripopola l’ateneo: a pranzo in mensa 640 studenti con la prenotazione

Il direttore dell’Ardis Pierpaolo Olla: «In questo weekend sono rientrati nelle residenze cinquanta ragazzi»
Giulia Basso;
Foto Bruni 27.11.15 Università:luoghi comuni
Foto Bruni 27.11.15 Università:luoghi comuni



Con il passaggio alla zona arancio e la ripresa della didattica in presenza il campus di Piazzale Europa e le altre sedi dell’Università di Trieste hanno ricominciato a popolarsi di studenti. Ragazzi e ragazze non vedevano l’ora di riprendere la vita universitaria, perciò già dalla scorsa settimana, con la riapertura di biblioteche e aule studio, in tanti ne hanno approfittato per uscire dalle quattro mura domestiche e rivedere finalmente i propri docenti e compagni di corso.

Anche l’Ardis, l’Agenzia regionale per il diritto allo studio che gestisce mense e case dello studente, ha allentato i divieti che aveva imposto in zona rossa. «Cerchiamo di adattare costantemente la disciplina dei nostri servizi alle misure anticontagio vigenti - evidenzia Pierpaolo Olla, direttore dell’ente -. In zona rossa abbiamo stretto le maglie, limitando il più possibile la mobilità degli studenti ospitati nelle residenze: i ragazzi potevano solo far rientro al proprio domicilio e chi tornava in casa dello studente era tenuto a presentare l’esito negativo di un tampone».

Ora gli spostamenti sono nuovamente consentiti e solo per chi proviene da un paese estero restano in vigore fino al 30 aprile le norme stabilite dall’ultimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri. Già da questo fine settimana sono rientrati nelle case dello studente oltre 50 ragazzi, portando a 310 il numero totale di studenti ospitati nelle residenze della regione, di cui 230 solo a Trieste. A Udine, vista la politica più prudente adottata dall’ateneo friulano per la didattica in presenza, i rientri sono invece ancora esigui.

Per far fronte a un flusso maggiore di studenti anche la mensa del campus di Piazzale Europa è stata riorganizzata, con un ampliamento degli orari e l’introduzione di Bookameal, un’app per la prenotazione e il pagamento dei pasti. Già lunedì scorso gli accessi per pranzo sono stati 640, con un aumento rispetto alla settimana precedente di quasi 200 unità: «Si tratta del dato più alto del 2021, anche se non siamo ancora tornati ai 700-800 pasti dell’era pre-Covid - racconta Olla -. Gli studenti stanno prendendo confidenza anche con la nuova app per la prenotazione, tanto che da qualche decina di pasti prenotati al giorno siamo passati a oltre un centinaio. Questo ci conforta, perché se riusciamo a evitare gli assembramenti potremo proseguire su questa linea».

Ora grazie alla nuova app l’Ardis punta a portare il servizio di ristorazione anche nel polo di Valmaura, dove gli studenti delle discipline sanitarie sono privi di un servizio mensa.

«Purtroppo non siamo riusciti a ottenere convenzioni con i locali della zona, perciò abbiamo scelto una strada diversa: i ragazzi potranno prenotare e pre-pagare il pasto con Bookameal e a Valmaura offriremo un servizio di distribuzione e un luogo per il consumo del pasto». Quanto alla mensa di Gorizia la situazione è ancora in stallo: «Purtroppo la pandemia ha rallentato i tempi. In attesa che la Camera di Commercio realizzi una vera e propria mensa con cucine contiamo di far partire nell’anno accademico 2021-22 la procedura per individuare un fornitore che veicoli i pasti in via D’Alviano, sfruttando Bookameal per la prenotazione e il pagamento del cibo».

Lunedì scorso era anche il termine ultimo per la presentazione della domanda di contributo per le spese di locazione sostenute nel periodo di emergenza sanitaria. Potevano richiedere un rimborso solo gli studenti con Isee inferiore a 15mila euro che non usufruissero già della borsa di studio Ardis, concessa ai ragazzi con Isee inferiore a 20mila euro che ne fanno richiesta. Il risultato ha sorpreso lo stesso ente, perché sono arrivate oltre 250 domande, di cui l’85% su Trieste e il 15% di Udine. «E’ un dato che ci fa riflettere, perché vista la soglia Isee molto bassa non ci attendevamo molte domande». —



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