Si lancia con il parapendio e muore in Trentino un 49enne goriziano

Un malore la probabile causa dell’incidente costato la vita a Roberto Fratepietro. Inutili i soccorsi con l’elicottero

GORIZIA Tragica morte per Roberto Fratepietro, goriziano, 49 anni, dipendente dell’Ater, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale. Nella giornata di ieri, si è lanciato dal Col Rodella in Val di Fassa ma il volo in parapendio si è concluso in tragedia. Per il pilota, precipitato in mezzo a un prato nella zona Lupo Bianco (Canazei), non c’è stato nulla da fare. L’allarme al Numero unico per le emergenze è stato lanciato verso le 13.30.

Bumbaca Gorizia Bomba a Mossa
Bumbaca Gorizia Bomba a Mossa


Il suo corpo senza vita, dopo le operazioni di recupero da parte dei soccorritori, è stato portato nella camera mortuaria di Canazei, in attesa di fare ritorno a casa a Gorizia, per la sepoltura.

La ricostruzione dell’accaduto: la disperata telefonata è arrivata alla centrale unica dell’emergenza del 112 subito dopo pranzo. A chiamare l’amico di Fratepietro, preoccupato per quella vela colorata ferma in mezzo al prato della località Lupo Bianco. La risposta dei soccorritori è stata immediata.

Goriziano precipita col parapendio e muore in Val di Fassa


Il coordinatore dell’area operativa “Trentino settentrionale” del soccorso alpino ha chiesto l’intervento dell’elisoccorso per poter raggiungere la zona d’intervento nel più breve tempo possibile. E l’intervento, vale la pena di ripeterlo, è stato tempestivo. Sul posto anche gli operatori della stazione Alta val di Fassa del soccorso alpino. Il medico, una volta arrivato sul posto, non ha potuto fare altro che constatare il decesso. La salma è stata quindi recuperata ed elitrasportata alla camera mortuaria di Canazei dopo il nullaosta delle autorità.

Fratepietro lavora all’Ater di Gorizia. E ha collaborato con il Collettivo Terzo Teatro. Impossibile, dicono gli inquirenti, al momento ricostruire l’esatta dinamica di quello che è successo ma sembra prendere piede un’ipotesi sulle altre. Non si può escludere, infatti, che il 49enne abbia avuto un improvviso malore mentre era ai comandi del parapendio e quindi non sia più riuscito a governarlo e a farlo atterrare nella maniera corretta. E così è precipitato verso il suolo non lasciando all’uomo nessuna possibilità di sopravvivere.

Va detto che quello che ha visto vittima Fratepietro è solo l’ultimo di una preoccupante scia di incidenti tragici.

È un doloroso elenco quello composto dai nomi di chi ha perso la vita nelle ultime settimane in Trentino durante un volo con il parapendio. Era il 15 settembre quando in val Duron, nei pressi del rifugio Friedrich August, aveva perso la vita Thomas Oberperfler, falegname quarantenne di Parcines. Anche lui era un grade appassionato della vela. E anche lui si era lanciato dal Col Rodella.

Il giorno seguente un’altra croce in val di Fassa. Radoslaw Mastalerz, cittadino polacco di Cracovia del ’73, si era lanciato anche lui dal Col Rodella con l’intenzione di atterrare sulla Marmolada. Mastalerz, dopo un tour in Macedonia sempre per inseguire la passione per il parapendio, dalla domenica precedente la tragedia stava effettuando lanci dal Col Rodella. Lunedì, però, qualcosa non ha funzionato e l’uomo, verso le 15, si è schiantato contro la parete sud, verso passo Ombretta, ai piedi di punta Penìa. E poi venerdì 20 settembre un’altra tragedia in montagna. Leszek Ignaszak, 43enne svedese, di Lund,si era lanciato dal Col Rodella con la sua vela rossa con l’intenzione di atterrare proprio sulla Marmolada. Ma qualcosa non ha funzionato, l’uomo probabilmente ha perso il controllo della vela, e si è schiantato contro il ghiacciaio del Piccolo Vernel, poco sopra l’attacco del tratto ferrato.

Pochi minuti dopo la disperata richiesta d’aiuto dal Col Rodella, un’altra chiamata - sempre ieri pomeriggio - è arrivata sempre dalla val di Fassa alla centrale del 112. L’elisoccorso e anche gli operatori della stazione alta val di Fassa del soccorso alpino sono intervenuti per un altro incidente a un pilota di parapendio, decollato anch’esso dal Col Rodella e precipitato su un albero restando bloccato fra i rami a un’altezza di 10 metri sotto cima Ponsin, in val di Dona. L’uomo, illeso, è stato riportato a terra insieme alla sua vela e portato fino alla zona di atterraggio a Campitello di Fassa. Per lui non è stato necessario il ricovero in ospedale. —

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