Si lamenta per il volume alto della radio e il vicino lo pesta sul pianerottolo di casa
TRIESTE Massacrato di botte sul pianerottolo di casa. Il motivo? Si era lamentato con il vicino per il volume della radio troppo alto. Un’aggressione tanto violenta quanto assurda quella avvenuta martedì sera in un condominio di Strada di Fiume.
La vittima è un ventinovenne triestino: è stato picchiato brutalmente da un quarantenne che abita al piano di sopra. Stufo di dover sopportare il caos dell’inquilino, che ormai si protraeva da mesi, la sera prima il giovane aveva chiamato i carabinieri. «Non ce la facevo più a vivere in un inferno – spiega il ventinovenne – quel tizio teneva spesso la musica forte a tarda ora, batteva con i piedi, faceva rumore... Allora a un certo punto ho telefonato ai carabinieri. Quando sono arrivati, lui mi ha minacciato dicendomi che me l’avrebbe fatta pagare il giorno dopo». E così è stato.
Sembra che il quarantenne abbia atteso per ore il rientro del giovane. «Alcuni conoscenti che lavorano in questa zona – chiarisce la vittima – mi hanno detto che quello lì si è messo in strada, davanti a casa, a bere. Infatti era completamente ubriaco quando me lo sono trovato davanti».
Il ventinovenne deve ringraziare il suo maestro di Krav-maga, tecnica di combattimento israeliana, se è riuscito a cavarsela: nonostante sia stato preso di sorpresa, in un vero e proprio agguato, è riuscito a parare i colpi in testa e in faccia che il vicino gli dava senza fermarsi.
Ma cos’è accaduto esattamente? «Erano circa le undici di sera di martedì», ricorda il ragazzo. «Stavo tornando a casa...e mentre salivo le scale ho visto sbucare l’inquilino che abita al piano sopra al mio. Si era nascosto ad attendermi».
L’aggressore si è scagliato sulla vittima sferrandogli un calcio addosso. Il ventinovenne ha cercato di indietreggiare sui gradini, ma l’altro ha continuato con una furia di colpi.
«Poi – ricorda ancora la vittima – mi ha strattonato facendomi perdere l’equilibrio e mi ha spinto giù dalle scale. Io ero sotto choc e per terra, ma lui è sceso di corsa a prendermi a calci e pugni in testa. Gli dicevo di smetterla, ma non si fermava».
Le urla hanno richiamato l’attenzione di una vicina che, dopo essersi resa conto della violenza che si stava consumando sul pianerottolo, ha contattato il 112. Subito dopo è intervenuto un altro vicino, un uomo dotato di una certa stazza, che è riuscito a fermare il quarantenne.
Nel frattempo sono arrivate due pattuglie della polizia e un’ambulanza. «La cosa che ritengo pazzesca – osserva il giovane – è che quel pazzo non sia stato arrestato. Di fronte alla mia incredulità gli agenti mi hanno spiegato che per metterlo dentro avrebbero dovuto coglierlo sul fatto. Con il risultato che mentre io venivo soccorso, lui rideva...potevano almeno portarlo al commissariato. La sua comunque è stata un’azione premeditata e vigliacca perché mi ha aggredito di sorpresa sulle scale. Comunque – aggiunge – stiamo parlando di uno completamente fuori che, da quanto ne so, è già stato in carcere per anni. Uno così – commenta ancora la vittima – non può vivere in un palazzo con altra gente. Non può essere libero di far del male».
Il ventinovenne ha denunciato l’aggressore in Questura. In questi giorni è dovuto andare più volte in ospedale per farsi visitare, soprattutto per scongiurare le conseguenze dovute ai colpi in testa. I referti medici parlano di una lussazione alla spalla e di un trauma al rachide-cervicale. La prognosi è di 40 giorni. «Per fortuna che so parare i colpi – sospira il ventinovenne – altrimenti chissà come andava a finire. Quel pazzo voleva uccidermi». —
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