«Si investe anche sugli sconti rinunciando a parte dei ricavi»
Non è solo questione di numeri ma anche di sensazioni. La deflazione insomma spesso è percepita più di quanto non lo sia per davvero. E ora siamo nel pieno del periodo in cui tali sensazioni si fanno più forti. A precisarlo sono gli stessi addetti ai lavori. «Soprattutto tra gennaio e febbraio - rileva Maurizio Zazzeron - le promozioni possono essere più importanti non perché le industrie alimentari decidono di calare i loro listini, che anzi ad inizio anno vengono rialzati di norma almeno tra lo 0,5% e l’1% in quanto i prezzi aumentano alla fonte, ma perché è una scelta, è un investimento per cui opta a volte l’imprenditore. Abbassa cioè i suoi prezzi e dunque investe sul proprio margine di ricavo. Chi ci guadagna è a quel punto il consumatore, se riesce a stare ben attento, e magari a gestire la sua spesa su più punti vendita di marchio differente cercando gli sconti»
. «Eppoi - aggiunge Zazzeron - bisogna tener conto di altre strategie di vendita. Faccio l’esempio dei panettoni. Spesso va a finire che c’è chi li vende ben al di sotto del prezzo di listino, perché l’importante è anche vendere a prescindere e ottenere così il relativo premio. A quel punto può scatenarsi una corsa al ribasso tra catene perché chi non si adegua rischia di passare per ladro...».
«La deflazione quando c’è si fa sentire in particolare nel reparto ortofrutta», conclude Fabio Bosco, che ricorda in effetti «l’inverno rigido del 2012, il cui gelo ne aveva fatto schizzare alle stelle i prezzi. Ad ogni modo, le nostre medie nazionali (legate al marchio Maxi, ndr) che tengono in considerazione dai cinque ai diecimila articoli dicono che in generale ora il calo dei prezzi è minimo, di qualche decimo di punto. Ma non è che in questo momento si va di certo a mettere prezzi alti, è andata così anche sotto Natale. Talvolta però il decremento più marcato riguarda prodotti dal peso ponderale relativo, come possono essere ad esempio il whisky o il radicchio rosso».(pi.ra.)
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