Si invaghisce del prete e lo segue ovunque. Parrocchiana denunciata per stalking
TRIESTE Giorno e notte, a casa e in chiesa. Durante la messa e perfino quando confessava. Non aveva davvero pace un sacerdote triestino, parroco in una chiesa di periferia, perseguitato per oltre due anni da una fedele follemente innamorata di lui. Il prete, ormai sfinito, non solo ha riferito tutto in Curia, ma ha dovuto addirittura rivolgersi alle forze dell’ordine e fare denuncia. E il caso è piombato in tribunale. La donna-stalker, una quarantasettenne, è stata indagata dal pm Maddalena Chergia, che ne ha chiesto il rinvio a giudizio. L’imputata comparirà a settembre davanti al gup Laura Barresi per l’udienza preliminare.
La vicenda si è consumata tra la chiesa e la canonica. Per il religioso si è trattato di un autentico martirio che in più di un’occasione ha reso necessario l’intervento della polizia e dei carabinieri. La quarantasettenne tempestava il sacerdote di telefonate e messaggi. Talvolta si presentava personalmente sotto la sua residenza suonando alla porta pure a notte fonda.
Quando il prete celebrava l’eucarestia, la parrocchiana si metteva in prima fila. Lo fissava. Poi lo pedinava, cercando di abbracciarlo davanti a tutti. «Una situazione imbarazzante - racconta il religioso (la cui identità, in quanto vittima, resta segreta) - la mia vita era diventata impossibile. Non riuscivo più a dire messa. Quando me la vedevo tremavo dall’agitazione».
Tutto era cominciato nell’aprile del 2014. La donna si era presentata in parrocchia proponendosi come guida per un percorso spirituale, che però non è stato accettato. «Più che altro - ripercorre il religioso - la signora cercava di avere un ruolo nella nostra comunità. Poi le sue attenzioni si sono spostate su di me». In modo morboso.
La stalker spuntava dappertutto. Durante i riti, agli incontri di catechesi e in oratorio. Per strada, al bar e in canonica. Domandava insistentemente informazioni agli altri parrocchiani sulla propria vittima, arrivando a inseguirlo perfino in sacrestia per appartarsi. Non mancavano gli approcci fisici e le proposte sessuali. La Questura, messa al corrente della vicenda analogamente alla Curia, ha notificato alla quarantasettenne un ammonimento formale.
Convocata dai carabinieri, la signora si è difesa riferendo che tra lei e il religioso c’era in piedi una relazione. «Avevamo un fidanzamento spirituale e non solo - così ha detto la donna in caserma - che si è evoluto fino al desiderio di un rapporto coniugale. Ma lui era confuso...voleva una relazione nascosta...».
Il sacerdote scuote il capo. «Lei può dire quello che vuole, la verità - spiega - e che mi ha solo perseguitato in modo ossessivo». —
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