Si dimette il cda della Fondazione musicale di Gorizia

Clamoroso epilogo della pesante crisi finanziaria per i bilanci in profondo rosso. E' a rischio l’avvio dell’anno scolastico

Dimissioni in blocco del consiglio di amministrazione della Fondazione musicale Città di Gorizia-Istituto di musica. Le “chiavi” della scuola saranno simbolicamente consegnate oggi al sindaco Romoli assieme ai bilanci che, evidentemente, sono insanabili.

Il cda, che non percepisce alcun gettone per l’amministrazione della scuola, era composto dal presidente Giuseppe Lo Medico e dai componenti Rita De Luca, Cristina Barletta e Riccardo Springolo di nomina del Comune di Gorizia, socio di maggioranza assoluta della Fondazione. Pierluigi Corona, anch’esso nel cda, era stato nominato dall’Ufficio scolastico regionale.

Il sindaco Romoli: «Mi è stata comunicata informalmente la decisione del cda. È un atto molto grave. Valuterò già oggi lo stato dei bilanci. Non nascondo che sarà difficile reperire i finanziamenti necessari per sanare la situazione. Lancerò un appello al cosiddetto Sistema Gorizia affinché ciascuno faccia la sua parte per salvare la prestigiosa scuola».

Il Sistema Gorizia significa Comune, Provincia, Fondazione Carigo e Camera di commercio.

Ancora Romoli: «Credo che dovrò nominare una sorta di commissario per cercare di salvare il salvabile. Mi rendo perfettamente conto della pesante situazione in cui si trovano i docenti assunti a tempo indeterminato e i tanti collaboratori. Faremo il possibile».

È a rischio l’avvio dell’anno scolastico e la paralisi totale della Fondazione, nonché la chiusura della splendida sede di Palazzo De Grazia.

Tale, drammatico epilogo era nell’aria già da mesi. Il presidente Lo Medico non aveva nascosto la difficile situazione finanziaria con debiti via via crescenti accumulati negli anni. Gli insegnanti non ricevono regolarmente lo stipendio da maggio. Si attendeva un contributo di 105mila euro dalla Regione che evidentemente non è giunto. O è stato speso per tappare altri buchi.

Allo stato è ancora sconosciuto, nonostante i nostri appelli alla trasparenza, l’esatto ammontare dei debiti. Ma, a naso, dovremmo essere sui 300mila euro.

Volge all’epilogo, salvo miracoli, una storia storta da tempo. Una decina di anni fa il debito ammontava a 500mila euro. La crisi doveva ancora arrivare. Erano i tempi in cui la cultura si finanziava con palate di fondi pubblici e la correttezza amministrativa era un optional. Nascondere queste verità sarebbe ipocrita. Il riferimento è generalizzato, non specificatamente all’Istituto di musica.

Al di là degli errori e delle omissioni dei singoli Gorizia rischia di perdere un baluardo significativo della sua cifra culturale.

Se dovesse essere nominato un commissario si faccia in modo che sia un tecnico senza alcun rapporto con il malato.

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