Sì di Roma al piano regolatore del Porto
Il porto di Trieste ha il nuovo Piano regolatore. Quello che era il principale ostacolo al suo sviluppo è stato abbattuto ieri con la comunicazione al commissario dell’Authority Zeno D’Agostino che la commissione di Valutazione di impatto ambientale e Valutazione ambientale strategica del ministero dell’Ambiente ha dato la propria approvazione allo strumento pianificatorio dello scalo triestino, dopo aver acquisito anche i pareri del Ministero per i Beni culturali e del governo sloveno. Si trattava dell’ultimo nulla osta romano ansiosamente atteso da tempo infinito: adesso l’emissione del decreto sarà un atto rapido e puramente formale.
«La Commissione Via-Vas del ministero dell’Ambiente, riunita in seduta plenaria - afferma in una nota l’Authority - ha esaminato questa mattina (ieri mattina, nrd) il Piano regolatore portuale dello scalo giuliano. E l’ha licenziato con parere favorevole all’unanimità. Si resta in attesa che il parere espresso dalla commissione Via-Vas sia recepito nel decreto di Via che sarà firmato dal ministro dell’Ambiente di concerto con il ministro dei Beni Culturali. Anche la Repubblica di Slovenia, nell’ambito della procedura di consultazione sugli impatti transfrontalieri, ha espresso il proprio parere favorevole sul nuovo Piano regolatore del porto».
Termina così una storia quasi angosciosa che si è protratta per sette anni dal momento che il Piano è stato redatto nel lontano 2008 sotto la presidenza di Claudio Boniciolli e ha avuto il voto favorevole del Comitato portuale il 19 maggio 2009 dopo aver ottenuto le necessarie intese con i Comuni interessati, cioé quelli di Trieste e di Muggia.
Il Piano, che risultava così adottato, è stato trasmesso al Consiglio superiore dei Lavori pubblici che ha dato il suo assenso il 21 maggio 2010 dopo una serie di integrazioni e chiarimenti richiesti all’Autorità portuale. Da allora, e in particolare per tutto il mandato di Marina Monassi, nonostante il succedersi di diversi governi nazionali, il Piano è finito in letargo per oltre cinque lunghissimi anni: gran parte delle cause di questo sonno restano tuttora avvolte nel mistero. Difficile che a bloccarlo sia stato il progetto del rigassificatore di Zaule dato che quella pratica risulta ancora aperta.
Cade comunque ora quella che lo stesso commissario Zeno D’Agostino subito dopo il proprio insediamento alla Torre del Lloyd aveva indicato come la seconda barriera che si opponeva allo sviluppo dello scalo bloccando investimenti già programmati per quasi un miliardo di euro. Il primo ostacolo, la procedura di preinfrazione aperta dall’Unione europea sulle megaconcessioni a Trieste marine terminal per il Molo Settimo, alla Siot per il terminal marino dell’oleodotto e a Teseco per il terminal traghetti, era già stato eliminato ad aprile con la chiusura del fascicolo e l’accertata regolarità delle concessioni stesse.
Il Piano regolatore sblocca la possibilità di procedere con tutti gli stralci di ampliamento del Molo Settimo per i quali il proprietario di Tmt Pierluigi Maneschi ha già pianificato un maxiinvestimento di 188 milioni di euro tra infrastrutture ed equipment. Al termine, sul lato Sud della banchina che verrà allungata e allargata, potranno essere ospitate contemporaneamente due navi di ultima generazione. Ma il nuovo Piano permetterà anche un’operazione di tombamento tra i Moli Quinto e Sesto con la creazione di un nuovo terminal multipurpose e l’allungamento del Molo Bersaglieri della Stazione marittima per permettere l’ancoraggio in sicurezza della maxinavi da crociera che ora è possibile solo grazie alla recente installazione di un dolphin (bricola) provvisorio. Sul versante Sud del porto, cause giudiziarie permettendo, via libera al nuovo terminal traghetti all’ex Aquila progettato da Teseco con un investimento di 90 milioni di euro. Per la Piattaforma logistica (tra lo Scalo Legnami e la Ferriera di Servola) i lavori del primo stralcio (valore di 132 milioni) sono potuti partire comunque, ma da essa dovrebbe stagliarsi l’ultima opera compresa nel nuovo Piano regolatore e cioé quel Molo Ottavo per il quale però, caso unico tra le infrastrutture pianificate, dovrà essere fatta una nuova procedura Via-Vas.
Il 30 aprile scorso la giunta regionale aveva espresso parere favorevole nella procedura integrata di Via-Vas con una serie di prescrizioni che prevedono interventi di miglioramento ambientale e la realizzazione di aree verdi pari «ad almeno il 10% delle aree a terra attualmente ricomprese all’interno del limite di competenza portuale verificando la possibilità di introdurne anche all’interno delle aree attualmente edificate». Tra l’altro è stata prescritta la realizzazione di una pista ciclabile sul lato mare delle Rive triestine.
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