Sì di Palazzo alla “Fieste de Patrie dal Friul”

In quinta commissione via libera a grande maggioranza. In terza audizioni sulle misure anti povertà
la bandiera del "Friul"
la bandiera del "Friul"

TRIESTE. Dal prossimo 3 aprile si dovrebbe festeggiare la “Fieste de Patrie dal Friul”. Ieri la quinta commissione in Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge della leghista Barbara Zilli e degli ex padani Claudio Violino e Mara Piccin. Un primo sì a larga maggioranza con il voto contrario di Sel e l’astensione del Movimento 5 Stelle, oltre a qualche contrarietà a “macchia di leopardo” all’interno dei partiti (tra cui Roberto Dipiazza di Autonomia Responsabile e Chiara Da Giau nel Pd). «La finalità di questa proposta di legge - ha rimarcato Violino - non è quella di creare una commemorazione fine a sé stessa, ma porre l’accento sulla necessità, da parte degli enti locali, di promuovere iniziative che conferiscano il giusto riconoscimento alla nostra cultura». Ma per Giulio Lauri, capogruppo di Sel, «questo provvedimento asseconda un’offensiva culturale identitaria che rischia di indebolire la specialità invece di difenderla e può contribuire ad una frammentazione dell’unità politica e istituzionale del Friuli Venezia Giulia».

Ascoltati dalla stessa Commissione anche i sindaci di Sappada, Manuel Piller Hoffer, e Cinto Caomaggiore, Gianluca Falcomer, da anni impegnati nella richiesta di passaggio amministrativo dal Veneto al Friuli Venezia Giulia con due referendum popolari (datati rispettivamente 2008 e 2006) e il via libera sia del Consiglio regionale veneto sia dalla giunta regionale del Fvg. Ma le proposte di legge per entrambi i Comuni sono ancora nei cassetti di Camera e Senato.

In sede di terza commissione, sempre ieri, si è svolta una giornata di audizioni sulle misure di contrasto alla povertà con sindacati, ambiti sociosanitari, organi di garanzia della Regione, associazioni del terzo settore, consumatori, mondo cooperativo nonché Caritas e Acli del Friuli Venezia Giulia. Audizioni “preliminari” in attesa che venga redatto l’atteso disegno di legge da parte della giunta. Secondo il presidente della commissione, Franco Rotelli (Pd), «siamo ancora un cantiere aperto ma l’obiettivo è quello di poter realizzare un provvedimento entro l’assestamento di bilancio». Tra i principali spunti emersi nel corso della giornata di audizioni, spicca la necessità di mettere ordine alle svariate e frammentate misure sociali che Regione e Comuni erogano in chiave sociale. Un modo per razionalizzare le risorse (che ad oggi ammontano complessivamente a 295 milioni di euro per il welfare in Friuli Venezia Giulia, di cui 100 stanziati dagli enti locali) e per poi implementare i 10 milioni di euro inizialmente previsti in Finanziaria dalla Regione, considerati universalmente insufficienti da soli a garantire un reale sostegno al reddito per la potenziale platea di beneficiari. Centrale anche, secondo i soggetti ascoltati ieri in commissione, l’integrazione tra welfare e lavoro nel provvedimento, attraverso la messa in rete dei diversi attori che si occupano di questi settori.

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