Si cuce la bocca per protesta davanti alla sede dell’Inail

Davanti alla sede Inail di Monfalcone, in viale Cosulich, è andata in scena ieri mattina la protesta di un ex lavoratore di una ditta esterna impegnata in una realtà del settore della nautica da diporto. L'uomo, Saafi Najah, un tunisino di 46 anni, si è cucito gli angoli della bocca con un filo per dimostrare di essere stato ridotto al silenzio, come aveva spiegato in precedenza. L'uomo ieri inoltre ha indossato due cartelloni in cui minacciava di portare avanti lo sciopero della fame "fino alla morte". Nei cartelloni era inoltre spiegato per sommi capi il motivo della protesta. L'uomo afferma di essersi infortunato sul lavoro a un ginocchio, ma di non essere riuscito a ottenere il riconoscimento dell'infortunio e della conseguente invalidità parziale da parte dell'Inail. Nonostante sia stato seguito per un periodo da due distinti legali monfalconesi, trovando inoltre il supporto del proprio medico di famiglia, il tunisino, già operato al ginocchio una volta e in attesa di un secondo intervento, sostiene di essere stato messo in difficoltà da dichiarazioni non rispondenti al vero di ex colleghi. Come aveva già detto, gli ex colleghi avrebbero sostenuto che l'infortunio era avvenuto addirittura all'estero, anche se Saafi Najah sostiene di non essere più rientrato in Tunisia da maggio del 2008. Con la perdita del lavoro nel 2011, quand'è avvenuto l'incidente, la situazione si è poi via via complicata, anche sotto il profilo familiare (la moglie e i due figli abitano in Tunisia), portando al gesto di ieri. Della protesta ieri è stata avvisata, comunque, anche l'assessore alle Politiche sociali Cristiana Morsolin, che ha a sua volta ha contattato i servizi sanitari. In tarda mattinata l'uomo è inoltre riuscito a parlare con un responsabile dell'Inail che l'ha tranquillizzato.
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