Si chiude ad Aurisina la “guerra delle cave”: salvi 40 posti di lavoro

Accordo tra Municipio e Comunella con la regia della Regione sulla gestione dell’area dove opera il consorzio Marmi del Carso

DUINO AURISINA. Dovrebbe essere stato scongiurato il pericolo di una interruzione dell’attività per le aziende del Carso che operano nel settore dei marmi. Per la quarantina di addetti impegnati nelle tre aziende che fanno capo alla società consortile a responsabilità limitata “Marmi del Carso”, di cui è presidente Betty Sonzogno, cioè Cava romana spa, Pizzul srl e Gorlato spa, dovrebbe dunque tornare il sereno. Di «soluzione vicinissima» ha parlato ieri il consigliere regionale del Pd Stefano Ukmar, che ha spiegato che «è stato finalmente raggiunto un accordo tra l’amministrazione comunale di Duino Aurisina e la locale Comunella, in base al quale, alla scadenza naturale della concessione, il prossimo 25 luglio, la superficie sulla quale operano le cave passerà alla gestione diretta della Comunella. Quest’ultima - ha precisato Ukmar - rinuncerà da subito ai proventi, cioè agli affitti della cava maturati negli ultimi cinque anni, pari a 335.900 euro, che rimarranno così nelle casse del Municipio. Di seguito - ha aggiunto il consigliere regionale - sarà la Comunella a stipulare la nuova concessione con il consorzio Marmi del Carso e l’attività potrà proseguire».

 

A rischio 40 posti nelle cave di Aurisina

 

Il blocco si era originato per il fatto che, sulle particelle di territorio sulle quali opera il consorzio, è in essere un contratto di concessione che andrà per l’appunto a scadenza il 24 luglio. Sul rinnovo di tale concessione la Regione avrebbe dovuto concedere le necessarie autorizzazioni all’attività estrattiva. Ma sul rinnovo della concessione si era accesa una disputa. Da un lato c’era il Comune, che aveva provveduto ad approvare una delibera di giunta per rinnovare la concessione per altri 20 anni con la Marmi del Carso, nella quale si specificava che gli introiti del contratto sarebbero stati successivamente trasferiti alla Comunella con atto consiliare. Dall’altro c’era proprio la Comunella di Aurisina, presieduta da Walter Pertot, che aveva presentato un’istanza, rivendicando la piena proprietà di tali particelle e, di conseguenza, il diritto all’incasso diretto. Un problema difficile da risolvere, soprattutto in tempi brevi. Per arrivare alla soluzione, il consigliere del Pd ha dovuto coinvolgere la presidenza della Regione, che ha portato a termine un accurato approfondimento giuridico-amministrativo.

«Nelle more di una definizione complessiva della storica diatriba tra Comune e Comunella - ha sottolineato Ukmar - che sarà perfezionata ai sensi della norma recentemente approvata dal Consiglio regionale, sulla base di una mia proposta, sarà modificata dal Consiglio comunale di Duino Aurisina la convenzione firmata tra i due soggetti nel 2012 per permettere di arrivare alla soluzione indicata». Ukmar ha espresso «viva soddisfazione per l’accordo raggiunto che - ha osservato - consente di raggiungere tre obiettivi: salvaguardare una quarantina di posti di lavoro e dare così continuità a una preziosa attività produttiva quale la Cava romana, perseguire l’interesse pubblico, poiché il Comune si vedrà svincolata a proprio favore un’ingente somma, prima vincolata a favore della Comunella, e salvaguardare i diritti della proprietà collettiva della Comunella di Aurisina». «Era fondamentale che l’attività in cava continuasse», ha commentato Pertot, spiegando che «la Comunella rinuncia a un incasso relativo al passato, per garantirsi dall’altra parte la definizione dei propri diritti».

Ora la palla passa al Consiglio comunale di Duino Aurisina, chiamato a votare sulla soluzione proposta appunto da Ukmar.

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