«Sì a un Parco del mare “light” dedicato a scienza e scolaresche»
Un Parco del mare “light”, quasi una “clinica del mare” con forte caratterizzazione scientifica e dedicato in particolare al turismo scolastico. È così che lo immagina Donato Riccesi presidente di Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Trieste. «Proviamo a immaginarlo - azzarda Riccesi - non come un semplice grande acquario, con pesci più o meno grandi (dalla “menola” al pescecane) che navigano dietro spesse vetrate. Ne abbiamo già molti così in Europa, grandi e costosi (Lisbona, Barcellona, Saragozza (acquario fluviale), Genova, Marsiglia, ecc.). Dal momento che non siamo yankee in sovrappeso con il secchio dei popcorn che assistono estasiati ai circhi ittici con i delfini che saltano il cerchio, immaginiamo una parte scientifico/didattica innovativa: oltre ai pesci in cattività, una specie di “clinica del mare” che possa avere una interazione con il Parco marino di Miramare, con le istituzioni scientifiche legate alla Biologia marina, e con annesso il Museo del mare che potrebbe rappresentarne un logico compendio». La Trieste della ricerca e quella che punta sul turismo si salderebbero così in modo ottimale. «Su questi aspetti bisogna riflettere - sottolinea il presidente dei costruttori - perché sono passati i giorni dei grandi investimenti a perdere, e poi delle gestioni, sempre a perdere, ripianate da qualche soggetto che ora ha il portafogli vuoto, o pretendendo che una struttura di questo tipo possa vivere di soli sbigliettamenti. Quale museo in Italia vive in modo autosufficiente, quale istituzione culturale, quale teatro della lirica o della prosa?. Il budget previsto di 50 milioni appare credibile, ma non dovrebbe essere sforato come invece avviene o è avvenuto anche per gli impianti citati».
Ma dove dovrebbe sorgere questo atipico Parco del mare? «La collocazione più idonea è il Porto vecchio - risponde Riccesi - anche se non è detto che l’ubicazione migliore sia anche la situazione più facilmente percorribile. Una struttura di questo tipo potrebbe rappresentare il fulcro di un'area da riconvertire totalmente, per portare la gente dove oggi non va se non molto sporadicamente o di passaggio». Questa location sarebbe contigua al nuovo grande Museo del mare e a un passo dalla Riserva marina. Ci sono però anche i “contro” di Porto vecchio: «l’infrastrutturazione ancora tutta da fare e l’accessibilità non ideale». E allora secondo Riccesi anche il Molo Fratelli Bandiera può costituire un’alternativa. «Il massimo sarebbe poter demolire le costruzioni con le caserme e gli alloggi della Guardia di finanza, trasferendo magari queste in Porto vecchio (con annessa evidentemente la stazione nautica, ndr.) per creare lo spazio opportuno, mentre poi per i parcheggi potrebbe essere utilizzata l’area oggi occupata dal Mercato ortofrutticolo».
«È possibile in tale contesto, facendo un'adeguata pulizia attorno, inserire un nuovo manufatto che sia una bella architettura contemporanea mantenendo sgombra, anzi valorizzando la vista della Lanterna? - si chiede il presidente Ance e si risponde che «come sempre dipende dal progetto». È però tempo di agire. «Chi deve decidere si prenda l'onere di farlo - cocnlude Riccesi - purché si faccia, a costo di indire una consultazione tra i cittadini».
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