Sì a 200 milioni per rilanciare le imprese
Duecento milioni di euro per il sistema produttivo, l’accorpamento dei consorzi, una revisione dell’Ezit di Trieste. E, ancora, una nuova Agenzia per gli investimenti. Il Rilancimpresa di Sergio Bolzonello è legge con i 25 voti favorevoli della maggioranza, l’astensione delle opposizioni e nessun contrario. Va quasi tutto liscio alla giunta, che incassa l’ok delle categorie e pure il sostegno di parte del centrodestra che, a partire dalla norma sul tagli dell’1% dell’Irap per gli imprenditori che aprono aziende, dà una mano per rafforzare la portata del provvedimento.
Ma i problemi Serracchiani li trova in casa, inaspettatamente. Succede tutto in pochi minuti: M5S porta in aula un emendamento per garantire controlli sull’efficacia della norma, Sel lo appoggia senza avvertire il Pd e il centrosinistra, per la prima volta in questa legislatura, va sotto. Serracchiani interrompe i lavori e pretende un faccia a faccia con Lauri.
I fondi L’iniezione per i prossimi tre anni è di quasi 200 milioni di euro. Una lista grande come due fogli A3. Nell’ordine: la giunta sostiene le convenzioni con le partecipate Friulia e Finest per i programmi di marketing , concede incentivi per i piani di rilancio delle aree più colpite dalla crisi, per le filiere produttive, i consorzi, l’innovazione e le start-up. Una ventina di interventi in tutto aperti tanto alle piccole unità produttive, quanto le grandi fabbriche. In particolare la filiera dell’elettrodomestico che, da sola, ottiene, 10 milioni di euro. La Regione consegna al tessuto produttivo 67,6 milioni, di cui 34 milioni nel 2015; altri 88 sono attesi dalle casse Ue, ulteriori 40 saranno assegnati nelle prossime due Finanziarie.
Gli sgravi fiscali Se per il taglio all’Irpef le decisioni sono rimandate con un ordine del giorno all’assestamento di bilancio, per l’Irap la giunta è già riuscita a chiudere il cerchio. Oltre allo sgravio per chi fa innovazione, grazie alla spinta di Ncd-FdI e di parte del Pd, Bolzonello mette in legge la riduzione dell’1% dell’imposta, in regime “de minimis”, per tutti quegli imprenditori che aprono nuove aziende in Fvg. Uno sgravio di 400 mila euro raggiungibile in 5 anni.
I consorzi e l’Ezit Per i consorzi, pur conservando lo status di enti pubblici economici, il ddl avvia processi di fusione con l’obiettivo di creare contenitori più snelli e funzionali. Hanno sei mesi di tempo per adeguarsi, altrimenti scatta il commissariamento. Anche l’Ezit di Trieste, l’ente istituito nel ’49 dagli Alleati, mantiene la stessa natura giuridica, ma entra nell’organizzazione dei consorzi con compiti di accompagnamento a favore delle imprese e un ruolo pilota per attrarre nuovi investimenti; gestirà l’area di crisi complessa, nei Comuni di Trieste, S.Dorligo e Muggia. Il ddl dà vita all’Agenzia degli investimenti in Fvg che, in seno alla direzione Attività produttive, si occuperà di preparare i programmi di marketing territoriale, gestirà i contributi, informerà sui siti dismessi e opportunità di investimento.
La maggioranza battuta M5S porta in aula un emendamento, inizialmente firmato anche da Stefano Pustetto di Sel, che propone una clausola valutativa sull’intera norma in modo da verificare l’efficacia degli interventi. Per i grillini è «una battaglia di civiltà». La vincono, consegnando la prima sconfitta politica alla coalizione guidata da Serracchiani. Questione di numeri: 20 sì, 19 no. Insieme al M5S e centrodestra, l’appoggio è dell’intero gruppo di Sel. Il capogruppo Pd Shaurli, come risulta dagli atti, in quel momento non ha potuto contare su Da Giau, Liva (ammalato), Gabrovec di Slovenska Skupnost ed Edera dei Cittadini, che non erano presenti in Consiglio.
Le reazioni «Un incidente di percorso, ma che non si deve ripetere», dichiara Serracchiani, che sposta l’accento sulla capacità del Fvg di «saper prendere le contromisure necessarie». D’accordo il capogruppo Pd Shaurli: «Diamo a questa regione e alle sue imprese una riforma vera del sistema manifatturiero, condivisa dalle categorie e dalle parti sociali». Mentre la deputata Sandra Savino critica la giunta «per non aver accolto la richiesta di istituire in Fvg le zone franche urbane», Colautti di Ncd e Riccardi di FI rivendicano gli obiettivi raggiunti sul fronte delle imposte. Plauso anche da Confindustria Udine e Confcooperative Fvg.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo